L’assenza della Croce Rossa nel processo di gestione dell’emergenza ‪immigranti, avrebbe favorito business e malaffare. L’autorevole opinione è del senatore di Area Popolare Aldo Di Biagio, che sul proprio profilo Facebook trascrive integralmente il proprio intervento in Senato.

“Signor Presidente, si fa un gran parlare di affari illeciti connessi alla gestione dell’emergenza immigrati e delle risorse che – a quanto pare – più che essere dirottate in servizi assistenziali, alimentano clientele e malaffare. Sfugge un po’ a tutti il fatto che dietro a questo c’è anche una leggerezza dello Stato. Nel non aver compreso bene cosa avrebbe significato privatizzare la Croce Rossa Italiana.

L’attualità sta confermando che il venir meno della presenza pubblica della CRI, in settori delicati come la gestione dei centri di accoglienza, presta il fianco alla “degenerazione” del business dei migranti da parte dei privati. Perché resta scoperto un ambito di azione precedentemente di competenza della CRI, ed attualmente alla mercé di soggetti privati, ognuno – ovviamente – con le sue velleità.

Un esempio tra tutti, è quello di un campeggio romano adibito a centro di accoglienza e la cui gestione è stata affidata dalla prefettura ad una cooperativa. Quest’ultima non avendo le competenze e gli strumenti, mi risulta che abbia coinvolto, senza legittimità, sia volontari della CRI, specializzati nel settore, che quindi al momento lavorano a ritmi serrati, senza remunerazione. Sia molti dipendenti del comitato provinciale di Roma della Cri. Pertanto ci troviamo davanti al paradosso di una croce rossa subappaltata da una società privata a cui lo stato riconosce i fondi.

Io credo che sia davvero il caso di fare una riflessione con il Governo su quanto sta accadendo e che ho denunciato anche in un atto parlamentare. Anche perché, a pagare lo scotto di questo errato calcolo amministrativo, sono come sempre i cittadini e i più bisognosi”.