Un incontro fra cristiani per ascoltare il grido di dolore delle Chiese d’Oriente e trovare insieme le soluzioni possibili e opportune ai drammatici problemi del momento presente, per lavorare insieme per la pace. Si tratta del primo summit intercristiano sul tema “Cristiani nel Medio Oriente: quale futuro?” organizzato dalla comunità di Sant’Egidio e dalla diocesi di Bari, al quale ha partecipato anche l’Arcivescovo di Bari e Bitonto, Francesco Cacucci.

Al Monsignore abbiamo chiesto delucidazioni sulla situazione delle comunità cristiane in Medio Oriente. “Vivono un momento di persecuzione – ha sottolineato Cacucci – e l’Europa sembra non avere la consapevolezza che ogni intervento in Medio Oriente non può essere legato agli interessi economici ma deve considerare queste popolazioni come degne di rispetto”.

La colpa della difficile situazione tra cristiani e musulmani può essere ricondotta agli interventi delle potenze d’Occidente. Secondo l’Arcivescovo di Bari, queste due culture religiose hanno convissuto in pace per secoli prima che gli interessi geopolitici rovinassero tutto. “Ora, purtroppo, molti cristiani stanno fuggendo da questi luoghi, non solo in Palestina ma anche in Siria. Contemporaneamente la loro presenza è un seme. Come diceva Tertulliano «Il sangue diventa il seme dei cristiani. La fede cristiana è come un granello di senapa – ha concluso Monsignor Cacucci – che va sotto terra, nessuno lo vede e quando meno te l’aspetti è lì che può sorgere un albero».