Seconda giornata, presso l’ex Liceo Socrate di Bari, dedicata al progetto “Netzanet”. L’iniziativa, resa possibile grazie ad una campagna di Crowd Funding, portata avanti dall’associazione Solidaria, mira alla realizzazione di altre forme di produzione e di lavoro.

Un’idea unica nel suo genere, che ha visto migranti e precari della città lavorare insieme alla trasformazione del pomodoro in salsa, partendo da un processo di autorganizzazione dal basso. La salsa, adeguatamente conservata in bottiglie che riportano l’etichetta “ Sfrutta Zero”, viene interamente prodotta con pomodori coltivati e raccolti fuori dal circuito del “caporalato”.

Parte della materia prima è stata acquistata da un immigrato residente a Venosa (Pz) che coltiva un appezzamento di terra nelle campagne tra la Basilicata e la Puglia. Il resto, invece, l’ha fornito un giovane precario, appena laureatosi, che da qualche tempo ha deciso di riprendere a “seminare” nella periferia di Bari la terra dei propri parenti a rischio cementificazione.

Durante la fase della raccolta i due produttori sono stati affiancati da alcuni rifugiati dell’ex Liceo Socrate e della Casa del Profugo che, per le mansioni svolte, sono stati regolarmente retribuiti. Così come gli altri componenti dell’associazione, baresi e non, che hanno curato il passaggio della trasformazione dal pomodoro alla salsa. Esperienze aggregative che contribuiscono a costruire le fondamenta di un’economia solidale, cooperativa , rispettosa dell’ambiente e del lavoro.

Attraverso l’avvio delle autoproduzioni si vuole sperimentare anche un nuovo modo di vivere le relazioni umane. Fuori dalle logiche della concorrenza e della produttività, per il mezzo della socializzazione e la condivisione di pratiche positive. Tra le varie produzioni in conserva, originarie della terra pugliese, l’associazione Solidaria ha scelto e non casualmente di cominciare dalla salsa di pomodoro. Questo perché la nostra regione, negli ultimi anni, è diventata tristemente famosa per il diffondersi del caporalato e per lo sfruttamento dei braccianti, il più delle volte lavoratrici/ori extracomunitari. Si pensi a Nardò, Rignano Garganico, Cerignola, Lucera.

L’intento consiste proprio nel voler rovesciare questa triste e disumana immagine della Puglia, realizzando una filiera produttiva “altra”, fuori dalle logiche e dalle dinamiche di “sopraffazione”. La posizione di Solidaria davanti all’attuale crisi economica è molto chiara. Da una parte, infatti, si vuole creare un’attività lavorativa che produca un minimo di reddito, dall’altra riproporre esperienze positive del passato quali, ad esempio, le Società di Mutuo Soccorso.

La fase conclusiva della filiera vedrà la vendita della salsa “Netzanet” all’interno dei circuiti GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) oltre che nelle fiere di autoproduzione. “ Mercati”, questi, alternativi alla grande distribuzione dove il prezzo del prodotto e la retribuzione prevista per il lavoro svolto vengono decisi nell’ambito delle assemblee dei soci. L’esperienza dell’associazione Solidaria, per il mezzo di Netzanet, indica la strada giusta da percorrere se si vogliono realizzare processi di integrazione socio-economici autentici, concreti e necessari.