Sono in protesta all’Ateneo di Bari 21 stabilizzandi dell’Università che il 31 luglio saranno licenziati, dopo 15 anni come amministrativi. Nonostante abbiano vinto un concorso per essere assunti a tempo indeterminato, ora rischiano di andare a casa senza stipendio e senza cassa integrazione perché, a detta di alcuni di loro: “Ci sarebbero altre assunzioni più importanti da fare”.

La situazione è tesa. Alcuni dei lavoratori si sono incatenati ai cancelli, altri, seduti a cavalcioni delle finestre, minacciano di non scendere fin quando non sarà trovata una soluzione. A fare un punto della situazione, per noi, è Giuseppe Murè, segretario della Flc Cgil di Bari.

«Siamo riusciti ad avere un momento di confronto, sotto la finestra dov’erano appesi alcuni degli uomini in protesta – spiega Murè -È intervenuto il rettore, l’assessore Sasso, alcuni segretari confederati, anche nazionali. c’era un buon numero di lavoratori dell’Università. In questo momento è in atto un consiglio d’amministrazione che deve trovare una soluzione, quantomeno per riaprire la partita e permettere a questi 21 lavoratori di rimanere all’Università, innanzitutto con una proroga al loro contratto a tempo determinato e poi trovare un sistema, fosse anche una programmazione d’assorbimento».

Si attende ora l’esito di questo Cda per conoscere quantomeno la direzione del futuro di questi lavoratori. Intanto la protesta continua. In Ateneo sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno gonfiato un materassino anti cadute all’interno del cortile, sotto le finestre dalle quali pendono gli stabilizzandi. Sul luogo è dovuta intervenire anche un’ambulanza per soccorrere una donna sentitasi male mentre protestava.