Il Villaggio del Profugo, una struttura di proprietà della Sovrintendenza, dall’11 febbraio scorso è occupato da decine di rifugiati politici aventi diritto alla seconda assistenza. Il punto è che la struttura non è sicura e i profughi la occupano abusivamente. Il  Comune di Bari, che dovrebbe fornire ai rifugiati politici la seconda assistenza, a oggi, pur avendo strutture disponibili, non garantisce questo diritto ai richiedenti asilo politico. Oggi eravamo presso la struttura sul lungomare quando sono intervenuti i carabinieri. Guardate il video.

Intanto, dal collettivo “Rivoltiamo la precarietà” ci giunge questo comunicato:

Che fine ha fatto il sindaco Emiliano? Da martedì stiamo sostenendo l’occupazione dell’ex casa del profugo portata avanti da 60 rifugiati “espulsi” dal Cara. La struttura lasciata colpevolmente vuota dalle istituzioni, è autogestita dagli stessi migranti che necessitano di tutta la solidarietà possibile. La proprietà dell’immobile, la sovrintendenza dei beni culturali, ha aspettato 48 ore prima di denunciare l’occupazione. Questo perché sperava di intavolare delle trattative con le istituzioni locali e con la prefettura evitando inutili ripercussioni giudiziarie. Ciò che ha trovato difronte è il più classico dei “muri di gomma”, il prefetto ha declinato ogni responsabilità scaricandola sul comune di Bari dal momento che la seconda accoglienza deve essere garantita dall’ente in questione, asserendo di voler aprire il suddetto tavolo di trattativa solo su richiesta diretta del sindaco Emiliano. Il sindaco si sta però disinteressando totalmente alla vicenda, evitando persino di visitare la struttura e i suoi abitanti, nonostante le ripetute richieste da parte dei migranti e di chi li supporta, di essere disposti a recuperare un qualsiasi immobile pubblico lasciato all’incuria e all’abbandono. Oltre alla mancanza di politiche sulla seconda accoglienza, per il diritto alla casa, a pochi giorni dall’occupazione, siamo già in grado di trovar una risoluzione alle questioni sollevate ma le istituzioni competenti, in questo caso nella figura del sindaco di Bari, sono le responsabili dirette di qualsiasi eventuale azione repressiva dovuta alla loro negligenza.”