Dopo il recente, triste avvenimento del crollo di Matera, siamo venuti a conoscenza di una situazione davvero singolare. Via Spalato, a due passi dal mare e dalla Provincia. Lo stabile, a forma di elle, dotato di un affaccio interno e uno esterno, ha circa novant’anni.  Nell’edificio vivono 13 famiglie, per la maggior parte si tratta di persone in età avanzata, alcune anche con situazioni difficili come disabili o ammalati. Pochi gli affittuari, quasi tutti proprietari, alcuni con il mutuo ancora da pagare. Due mesi fa, a novembre, è crollato un solaio a piano terra, nel “piede della elle” dalla parte dell’affaccio interno. Non una cosa piacevole, certamente. Superato lo spavento iniziale, si è passati all’analisi della situazione e alla ricerca delle soluzioni.

Michele Zaccaro in quell’edificio ci vive ed è lui a raccontarci la storia: «Dopo il sopralluogo dei pompieri e del personale tecnico del Comune, il piano terra e il piano rialzato sono stati sgomberati, le famiglie degli appartamenti interessati hanno ricevuto ospitalità dal Comune in un albergo, prima per tre giorni poi per una settimana, ora sinceramente non so dove siano perché ci siamo un po’ persi di vista».

Parte dello stabile è abitato, giusto?
«Data la forma particolare, inizialmente ci era sto detto, dal geometra e dall’ingegnere incaricati dal condominio, che se anche dovesse venire giù la parte in cui c’è stato il cedimento, il resto dovrebbe rimanere in piedi. Per fare un esempio, mi è stato detto che in casa mia non posso entrare in cucina, bagno e camera da letto, ma posso stare in soggiorno perché si trova nell’altra parte dell’edificio. In teoria, quindi, una parte non è in immediato pericolo di crollo, ma abbiamo comunque pochi giorni, tra poco sapremo cosa dobbiamo fare. Per guadagnare tempo stiamo imballando i mobili e le nostre cose che dovremo portare via, ma intanto non sappiamo dove andare».

Come condominio in che modo vi state muovendo?
«Venerdì scorso ci siamo riuniti in assemblea e abbiamo deliberato l’esecuzione di una verifica statica, ma sembra proprio che ci sia ben poco da fare. In seguito al sopralluogo dopo il cedimento, al condominio è stata ordinata una perizia tecnica da consegnare al Comune e in base ai risultati sapremo come dobbiamo procedere. Inizialmente sembrava che la situazione potesse essere ripristinata con dei lavori di ristrutturazione, ora invece l’ingegnere e il geometra che hanno visionato l’edificio dicono che c’è ben poco da fare, a quanto pare il palazzo dovrà essere abbattuto.  Parliamo di un palazzo che ha novant’anni ed è privo di fondamenta, costruito con tecniche e materiali di un’altra epoca, forse neanche dei migliori. Credo che la perizia sia stata consegnata all’Ufficio tecnico del Comune questa mattina per cui dobbiamo ancora sapere cosa risponderanno. Se ricostruire o meno dipenderà da noi proprietari, certo non è una cosa che costi poco e molti non se lo possono proprio permettere. Anche l’abbattimento non è così semplice, l’edificio accanto al nostro è stato dichiarato inagibile diversi anni fa ed è tutt’ora puntellato per evitarne il crollo, non sappiamo cosa potrebbe succedergli se dovessimo abbattere il nostro. La situazione come si vede è abbastanza complicata».

Per capire meglio la situazione abbiamo chiamato l’Ufficio Tecnico del Comune. L’ing.Tondo, Dirigente Tecnico con cui abbiamo parlato, ha doverosamente precisato di non poter visionare seduta stante le ultime carte: «Per quello che ricordo io non parliamo di crollo del solaio, ma di parziale distacco di coprilatterizi dovuto all’umidità, altrimenti facciamo riferimento ad un episodio più infausto di quello che è capitato. Essendo a pochi passi dal mare c’è un’umidità pazzesca, dai oggi e dai domani i pilastri di ferro si sono gonfiati negli anni, tecnicamente parliamo di distacco luminoso».

Una volta effettuato il sopralluogo, burocraticamente che succede, deve essere effettuata una verifica statica dai tecnici del Comune?
«La verifica statica deve effettuarla il condominio, quando ci sono queste situazioni noi chiediamo sempre che il proprietario verifichi le strutture per vedere qual è la causa che ha scatenato il problema e quindi certifichi che non sussiste più il pericolo, facendo eventualmente le opere necessarie in seguito ad autorizzazione se è il caso. Parlo naturalmente a carattere generale».

Ingegnere è possibile che la misura di sgombero sia stata emessa per alcuni condomini si e per altri no?
«La necessità di sgomberare l’immobile è una misura precauzionale preventiva che il tecnico assume quando teme che ci siano delle conseguenze pericolose quindi sempre a tutela della pubblica incolumità. In questo caso, il tecnico che ha effettuato il sopralluogo ha ritenuto necessario impedire l’accesso e l’utilizzo, la permanenza di persone, in quei locali specifici, mentre ha visto che il pericolo nelle altre porzioni dell’immobile non era tale da obbligare alla stessa condizione, non sussiste un pericolo grave immediato. Francamente non è che ci faccia piacere mettere le persone per strada, laddove non sia strettamente necessario non lo facciamo».