Un increscioso e sconvolgente incidente, questa mattina alle 9, ha avuto luogo al padiglione Virginio Chini, del Policlinico di Bari. Una donna che scendeva al piano -1 del complesso è scivolata sulle scale (per altro sprovviste della banda anti sdrucciolo) rompendosi un braccio. Oscenità della vicenda sta nel fatto che, nonostante medici e infermieri continuassero a chiamare il 118 e il pronto soccorso, è passata un’ora prima che arrivasse un’ambulanza (non del 118, ma del pronto soccorso del Policlinico), tra le urla e i dolori della donna. Tra qualche ora, sarà on line il video della vicenda.

Per tutto il tempo la donna è rimasta ferma, sul pianerottolo, tra il via vai di medici e pazienti con un’infermiera che, immobile, le sorreggeva la schiena, perché al minimo movimento urlava dal dolore, oltre che per non aggravare la situazione della signora. Accortezza inutile, dal momento che, dopo un’ora di attesa, l’ambulanza che è venuta a prelevarla era senza l’attrezzatura adeguata per il trasporto. La signora è stata presa e trasportata su una comune barella, senza alcun tipo di immobilizzazione, tant’è che urlava disperandosi dal dolore a ogni movimento per adagiarla.

I tentativi di mettersi in contatto con il centralino, sia dei sanitari che dei passanti disgustati dal ritardo dei soccorsi, sono stati innumerevoli. A più d’uno è stato risposto: “Adesso vediamo cosa possiamo fare”. Una risposta sconvolgente se si considera che l’incidente è avvenuto all’interno dell’ospedale. Noi a questo punto ci chiediamo, cosa sarebbe accaduto se la donna avesse avuto qualcosa di più serio? Se invece di fratture alle braccia, molto dolorose ma non mortali, la donna avesse riportato fratture al collo o alla spina dorsale o qualche emorragia? Noi comprendiamo che tutte le ambulanze potessero essere impegnate in quel momento, che i mezzi non fossero a disposizione, ma che una donna debba aspettare un’ora prima di essere soccorsa,  in preda ai dolori delle fratture, in ospedale, con la centrale operativa del 118 a pochi metri e il pronto soccorso alle spalle, ci sembra qualcosa di allucinante.

Abbiamo provato più volte a contattare il dottor Marco De Giosa, coordinatore del 118 barese e il dottor Di Pietro il responsabile della Centrale operativa, senza tuttavia avere risposta. Restiamo a loro disposizione nel caso vogliano spiegare ai cittadini baresi cosa è successo.