Di seguito vi riportiamo la risposta che il protagonista della vicenda ha inviato alla studentessa che nel nostro servizio annuncia  di voler andare dalla Guardia di finanza per denunciare la presunta truffa subita:

Gent.ma Signora RUTIGLIANO,
La ringrazio per avermi dato modo di visionare quanto realizzato.

Oggi stesso porterò il materiale ricevuto dai nostri legali per esaminare e verificare come procedere per le accuse che ci sono state mosse e per i danni conseguenti.

Di certo agiremo legalmente per tutelare i nostri diritti.

Distinti saluti.

P.S.: Le chiedo, cortesemente, di non contattarmi in alcun modo, poiché risolveremo questa situazione nelle opportune sedi.

Perché rispondere solo dopo il nostro servizio? In un primo momento siamo rimasti tutti senza parole. A pensarci bene, però, è chiaro che ognuno provi a tutelare i propri interessi. Ecco, appunto, la parola che più stride in questa vicenda è proprio “interessi”. E le ragioni dei ragazzi che da luglio scorso non fanno una lezione, avendo già investito alcune migliaia di euro? E le sacrosante proteste dei professori non ancora pagati? Non restituire soldi per qualcosa che non è stato portato a compimento; pagare prestazioni professionali con cambiali non onorate è un reato? Non lo possiamo certo dire noi, lo farà chi di dovere nelle “sedi competenti”, come ci è stato annunciato.

Noi avremmo gradito parlarci con questo signore, cercare di capire le sue ragioni, ma non ce n’è stata data l’opportunità. La legge è uguale per tutti, siamo certi che sarà fatta chiarezza. Noi restiamo sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento, per la pubblicazione di una rettifica se ci saranno fornite carte che dimostrino il contrario di quanto i ragazzi hanno denunciato.

Per il momento ciò che resta sono alcune decine di giovani che, con grandi sacrifici soprattutto da parte dei loro genitori, hanno investito grosse somme di denaro per formarsi, per tentare di diventare esperti di moda, grafica e interior design. Giovani che, per il momento, si ritrovano in mano un pugno di mosche.

6.2.2013

Antonio Loconte