Bari è il Comune italiano con il rincaro Tarsu maggiore e, a fronte di una città sempre più sporca, sono in molti a domandarsi cosa giustifichi questa maggiorazione. Sebbene alle famiglie questo “scherzetto esattoriale” non giovi, sono i commercianti a quelli che hanno subito il danno economico maggiore.

Veronica Peragine, titolare del negozio Kosmetika Point, dichiara : «Noi abbiamo avuto 613 euro di Tarsu. Se si considera che il locale è di 27 metri quadri, è qualcosa di allucinante. Noi siamo aperti da meno di un anno e prima di aprire il negozio io sono andata all’ufficio Tarsu per fare la registrazione dei metri quadrati. Dai calcoli dell’ingegnere risultava che, per i miei 27 mq, avrei dovuto pagare 380 euro. Questo avveniva a dicembre. Ora col consiglio comunale del 12 giugno, hanno aumentato la tassa del 30%. Noi ci siamo trovati adesso a pagare questi 613 euro, dei quali, però, 513 sono effettivamente la tassa e in più ci sono altre 100 euro di “altre tasse”. Ora io, ma anche altri commercianti, vorremmo capire cosa sono queste altre tasse. In tanti lo abbiamo chiesto sulla bacheca di facebook del sindaco, ma senza avere alcun tipo di risposta da giorni»

E in effetti, sulla bacheca facebook del sindaco Emiliano i commenti e le richieste di spiegazione dei cittadini e dei commercianti su questo rincaro, a fronte dei disservizi dell’Amiu e della città sempre più sporca, sono numerosi. Alcuni interventi, addirittura in dialetto barese, esprimono un vivo disappunto nei confronti della novità.

Nico Pesce, titolare dell’omonima gioielleria, afferma: «Noi qui abbiamo 50 mq  di negozio e non è che siamo salumerie o ristoranti, non produciamo scatole e cartoni pieni di immondizia, eppure ci sono arrivate 500 euro giuste da pagare. Certo, nell’avviso è riportato un numero verde, cui rivolgersi per rimostranze, però saranno parole al vento. È una tassa e va pagate, certo, se vedessimo la città più pulita, uno potrebbe dire: “In effetti il Comune si sta dando da fare, i risultati si vedono”, la pagherebbe, non dico volentieri, ma un po’ più a cuor leggere. Ma qui la città è ancora quella che è, la sporcizia è ovunque. Quest’aumento non si affronta, non è giustificato».

Le lamentele dei commercianti di Bari, di cui, quelli citati sono solo un piccolo esempio, si rincorrono tutte sullo stesso tema, il rincaro Tarsu è spropositato in sé, inaffrontabile in un periodo di crisi del mercato a seguito del quale le attività commerciali continuano a chiudere. Ancor più inspiegabile, considerato lo stato di sporcizia in cui versa la città.

31 agosto 2012

Pasquale Amoruso