Le pressioni dei vertici della Asl di Bari sulla gestione della Sanitaservice, costata il posto al direttore Pietro D’Amico, sono assillanti. Vi abbiamo raccontato dell’insistenza del responsabile dell’anticorruzione, Luigi Fruscio, affinché un dipendente non fosse assolutamente trasferito altrove, mentre il collega sarebbe potuto essere sbattuto ovunque. “Di quello non mi interessa”, aveva detto.

Piccole e grandi pressioni all’interno di una società che D’Amico ha tentato di raddrizzare. Forse è per questo che l’ex direttore è stato mandato a casa con un calcio nel sedere. L’ultimo episodio di cui si ha notizia è l’emblema di quanto raccontiamo ormai da qualche settimana. Due dipendenti hanno bisogno di un anticipo del tfr, ma in entrambi i casi non ci sono i presupposti di legge per concederlo.

In sostanza, e grazie al cielo, nessuna malattia, ma neppure alcuna lieta novella come un matrimonio o qualsiasi altra eccezione prevista dalla norma. Il trattamento? Diametralmente opposto. Nessuna concessione all’operatrice con le spalle scoperte, invitata a non inistere. Il via libera alla velocità della luce, invece, per l’altra dipendente, che dalla sua ha il fatto di essere la moglie dell’autista del direttore della Asl di Bari, Vito Montanaro.

Non sappiamo e non ci interessa neppure sapere i motivi della richiesta dell’anticipazione del trattamento di fine rapporto, ciò che vorremmo ancora una volta sottolineare sono i trattamenti ad personam riservati ai dipendenti della Sanitaservice. E questo avviene non per meriti e dedizione, ma piuttosto per la vicinanza ad amministratori e politici. A quanto pare, la concessione alla moglie dell’autista di Montanaro, nonostante fosse stato ricevuto parere sfavorevole dagli esperti chiamati in causa, risale ai tempi di Maddalena Pisani contemporaneamente Sindaco e direttore della Sanitaservice, che nulla ha fatto per opporsi alla richiesta arrivata dall’alto.

Il diniego all’altra dipendente collega, invece, porterebbe la firma del nuovo direttore Fabrizio D’Addario, uomo piazzato alla guida della società in house della Asl barese per volontà suprema del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. La confusione ormai è totale.