Si moltiplicano le parodie sul caso che riguarda il Sindaco di Modugno e che adesso finisce in Procura e in Parlamento. Da alcuni mesi, infatti, si parla insistentemente dei presunti abusi edilizi a carico di alcune proprietà del Sindaco di Modugno, Nicola Magrone, e della sua famiglia, perpetrati anche in zone di particolare pregio ambientale e paesaggistico, tipizzate dal Piano Regolatore Generale (PRG) vigente come “area di salvaguardia ambientale” e dal Piano Paesaggistico Territoriale (PPTR) come di “notevole interesse pubblico”.

La parodia è diventata una cosa serissima. Ieri infatti è stato trasmesso un esposto alla Procura della Repubblica e al Prefetto, con cui si chiede: di verificare l’esistenza di titoli edilizi che legittimino la presenza degli immobili segnalati, con particolare riferimento alla costruzione esistente in località Balsignano; di accertare la sussistenza di possibili omissioni in ordine alla mancata comunicazione alle autorità competenti di circostanze costituenti violazione alle norme in materia edilizia e ambientale ovvero della mancata emissione della conseguente ingiunzione di demolizione; di verificare la consistenza delle motivazioni per le quali è stata impedita la discussione dell’interrogazione in consiglio comunale, ancorché a porte chiuse, come previsto dal regolamento del codice civile.

Sempre ieri, nel corso della seduta parlamentare, il deputato del Partito Democratico, Dario Ginefra, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno con cui chiede di conoscere di quali elementi disponga il Ministro circa i fatti in questione e se non ritenga la sussistenza dei presupposti di cui all’articolo 142 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL).

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
“Modugno, presunti abusi edilizi dei Magrone: respinta interrogazione PD. Sindaco in difficoltà”

I consiglieri comunali del PD Fabrizio Cramarossa e Vito Del Zotti, con nota del 12 luglio scorso, indirizzata agli organi politici e amministrativi del Comune di Modugno, presentavano una interrogazione per avere notizie in ordine a questa situazione, da discutere nel corso di una seduta di Consiglio Comunale, motivata dall’interesse pubblico della vicenda per la tutela della legalità in materia urbanistica.

Il giorno dopo, mediante pec, chiedevano l’accesso agli atti relativi. Richiesta che non è mai stato riscontrata. Con nota a firma congiunta del Segretario Generale, Monica Calzetta e del Presidente del Consiglio comunale Valentina Longo, veniva comunicato che “l’istanza formulata non può ritenersi riconducibile alla ipotesi disciplinata dall’art. 26 del regolamento e, pertanto, essere inserita all’ordine del giorno delle sedute di Consiglio comunale”.

A quel punto entriamo in scena noi, che il 27 luglio pubblichiamo un articolo, all’interno del quale delle immagini relative ai presunti abusi, allegati a quel pezzo c’era una nota in cui il funzionario incaricato riferiva circa gli esiti degli accertamenti svolti sugli atti interni a quell’Ufficio in ordine alle presunte violazioni segnalate, da cui si evincono numerose presunte difformità tra lo stato dei luoghi e i dati storici nonché le planimetrie catastali in possesso dello stesso Servizio.