Modugno, piantina area Magrone Balsignano oggi (3)

Grande imbarazzo al Comune di Modugno, per due presunti abusi edilizi riconducibili a proprietà che fanno capo al Sindaco Nicola Magrone e ad altri familiari. Il caso più emblematico è quello dei due trulli, con viale e piazzale in località Balsignano, sede di un insediamento neolitico.

“Agli Atti di questo Ufficio non vi sono elementi che legittimo l’attuale stato dei luoghi e la modifica catastale descritta. Da accertamenti planimetrici storici e dalle mappe catastali in possesso dell’Ufficio, non si rilevano elementi edilizi preesistenti”. Questo scrive, con protocollo 10108 del 23 febbraio scorso il responsabile unico del procedimento, poi rimosso, all’architetto Rosalisa Petronelli, del Servizio 4 – Assetto del Territorio del Comune di Modugno.

I luoghi in questione sono due trulli alti 4,10 e 4,75 metri, un viale d’accesso e un piazzale intorno alle costruzioni di proprietà di Cristina Lucia Magrone, sorella del sindaco di Modugno, Nicola Magrone. L’area si trova sulla strada vicinale Vecchia Balsignano. Una zona classificata dal recente PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) come di “notevole interesse pubblico” e recentemente acquisito al patrimonio pubblico con grande clamore mediatico.

Il presunto abuso edilizio, evidenziato nel documento che pubblichiamo, ha scatenato un accesissimo dibattito cittadino, ma soprattutto la meticolosa richiesta di chiarimenti avanzata dall’opposizione. L’imbarazzo è tanto. I consiglieri comunali del PD Fabrizio Cramarossa e Vito Del Zotti, hanno presentato un’interrogazione affinché della questione fosse investito il Consiglio Comunale. L’interrogazione, però, è stata giudicata irricevibile dal presidente della massima assise cittadina, Valentina Longo.

Volendo sintetizzare, il problema sta nel fatto che i due hanno chiesto di approfondire faccende personali e non situazioni che attengono alle mansioni istituzionali degli amministratori pubblici. L’interesse pubblico della zona dove si starebbe perpetrando il presunto abuso edilizio, però, rende necessario che tutti i cittadini sappiano, per evitare che altri possano immaginare di costruire trulli, viali e piazzali senza le necessarie autorizzazioni.

Il paradosso, però, è che l’attuale Amministrazione ha fatto della lotta all’illegalità il suo cavallo di battaglia, “con specifico riferimento alle questioni di carattere urbanistico e di tutela ambientale”, scrivono i consiglieri del PD. Senza contare, poi, che lo stesso Paolo Magrone, nipote del Sindaco e consigliere comunale, in un recente Consiglio si è espresso senza mezzi termini: “Il problema è che questi Movimenti e questi Partiti sono in perfetta continuità con le porcate che sono state fatte negli anni passati”. Alcuni aderenti a quei partiti e movimenti ai quali sono state genericamente affibiate tali porcate non hanno gradito e sono passati al contrattacco.

E allora si sarebbe scoperto che fino al 2005 sul suolo incriminato non c’era alcuna costruzione, neppure la recinzione. Tutto sarebbe stato edificato dal 2006 al 2015. Ciò che meraviglia è “la presunta assenza di autorizzazioni edilizie di qualsiasi natura”, si legge ancora nell’interrogazione irricevibile. Nella stessa interrogazione emergerebbe, poi, un secondo abuso edilizio sul terrazzo dell’abitazione in cui risiede il Sindaco Magrone e condonato in maniera dubbia.

I consiglieri chiedono di sapere: “Quali sono le ragioni per le quali la situazione di abuso relativo al volume realizzato sul terrazzo dell’immobile di proprietà del Sindaco sito nel centro storico di Modugno è stata sanata il giorno successivo al Consiglio Comunale del 14 giugno, in cui abbiamo sollevato la questione e dopo circa 13 anni dalla presentazione della istanza di condono: chiediamo cioè quante altre domande di condono pendevano a quella data, al solo fine di comprendere se rispetto a taluna di esse è stato applicato un criterio di priorità”.

I consiglieri, e insieme a loro buona parte della cittadinanza, chiedono di sapere “quali siano i documenti agli atti presso l’Ufficio tecnico, anche relativi a procedura interna all’ufficio stesso, dai quali si può confermare oppure smentite lo stato dei fatti descritti e in caso di conferma avere la possibilità di accedere e visionare quegli atti”.

Qualora fosse stato commesso un abuso, per quel genere di reato è previsto l’abbattimento, con l’interessamento diretto del responsabile del settore e del primo cittadino che, interpellato sulla faccenda, ha detto: “Non ho nulla da dichiarare, perché non so neppure cosa ci sia scritto in quella prtatica”. Ora, a scanso di equivoci, lo sanno tutti.