Voto di scambio. Dopo quello “benefico” di Giacinto Forte, ad Altamura, il sospetto è caduto su Giuseppe Longo, a seguito di quei biglietti dello spettacolo di Michele Placido con la pubblicità elettorale del candidato sul retro. Qualcuno avanza l’ipotesi che il consigliere uscente della Regione abbia acquistato la stragrande maggioranza dei posti dello show per regalarli a potenziali elettori.

Magari, nel silenzio della cabina elettorale, chi avesse assistito allo spettacolo si sarebbe ricordato del gentile omaggio del candidato e, solo per gratitudine, avrebbe potuto ringraziarlo in modo pratico concedendogli il proprio voto.

Certo, se è vero che più il candidato è in vista e più la gente lo vota, per questa tornata elettorale il consigliere si è speso e ha speso molto per essere dappertutto. Santini e manifesti sono un buon inizio, ma perché limitarsi ai muri cittadini quando si può legare il proprio nome a quello di uno dei più grandi e apprezzati attori della nostra terra (e non è tanto per dire)?

Dei soldi propri, ognuno ci fa ciò che vuole, sia chiaro, e nello Show Ville di Mungivacca il candidato deve aver investito molto giacché la sua (onni)presenza non si limita al retro di quei biglietti venduti. Manifesti di longo compaiono persino nelle bacheche dgli spettacoli in programmazione, pur non essendo presente in alcuna sala alcun film che lo riguardi.

Per meglio comprendere questa situazione, abbiamo interpellato direttamente il consigliere che ha subito preso le distanze dall’operazione. «Io ho solo fatto un contratto di pubblicità con lo Show Ville – ha dichiarato il candidato – Di Michele Placido non ne so niente. La decisione di mettere la pubblicità dietro il biglietto è stata un’iniziativa dello Show Ville».

Sull’ipotesi del voto di scambio, invece, e sulla possibilità che i biglietti dell’evento fossero stati acquistati dallo stesso candidato per farne omaggio, Longo ha spiegato: «Non ne ho acquistato nemmeno uno. Volevano farmeli comprare ma io non ne ho comprato nemmeno uno perché non faccio queste cose. Non è il mio stile. Io ho solo firmato un semplice contratto con loro, e non ne so più niente. Poi ognuno agisce come vuole».

Insomma Longo respinge al mittente le accuse di voto di scambio. Stando alle sue dichiarazioni, se una colpa c’è, è quella di aver pagato la pubblicità e poi essersene disinteressato. Al netto del brivido che percorre le nostre schiene all’udire: “ognuno agisce come vuole”, detto da un candidato al consiglio regionale, sarebbe meglio, consigliere, quantomeno vigilare più attentamente sull’uso della propria immagine che fa un concessionario pubblicitario. Ci faccia questo favore, personale ma gratuito.