Dopo Lecce, la protesta dell’agonizzante Orchestra Ico Tito Schipa arriva anche a Bari. Questa mattina gli orchestrali hanno manifestato in via Capruzzi davanti alla sede del Consiglio Regionale. Aspettano da mesi il pagamento degli stipendi e per di più sono totalmente all’oscuro su cosa ha in serbo per loro il destino. Complice la crisi e la Legge sulle Fondazioni Delrio, la Tito Schipa sembra irrimediabilmente destinata alla chiusura dopo la cancellazione dei fondi Fus destinati al Sud.

Sulla gloriosa fondazione si sta giocando anche una battaglia politica: «Solo la scorsa settimana l’assessore Capone ci assicurava di intervenire per salvare il futuro dell’Ico Tito Schipa di Lecce – ha tuonato il presidente del Gruppo regionale di Forza Italia, Andrea Caroppo – ma oggi tutto è cambiato e subordina l’azione allo sblocco dei fondi FUS, quando il governo è stato chiaro: le risorse arriveranno quando la Regione avrà concesso il contributo straordinario per il completamento della stagione. Troviamo inaccettabile il velato tentativo della Giunta di sfilarsi da ogni responsabilità, se Emiliano ha deciso di far abbassare il sipario su una delle orchestre più prestigiose d’Italia, è bene che lo dica subito per dare una risposta ai lavoratori. Se non è così – conclude Caroppo – porti subito in Giunta il provvedimento per erogare il contributo, senza esitazioni».

Chiamata in causa, l’assessore Capone ha risposto al presidente della Fondazione Antonio Gabellone che aveva chiesto un contributo straordinario di 160mila euro: «La richiesta contraddice quanto concordato in Prefettura alla presenza del Prefetto, del presidente Emiliano e dello stesso Gabellone. Fu proprio lui a richiedere un contributo di 60 mila euro per il completamento fino al 31 ottobre 2015 del programma artistico. La Regione è stata vicina alle esigenze della Fondazione, erogando nel 2014 300mila euro come contributo straordinario, 120mila euro come contributo ordinario, e nel 2015 altri 108mila euro. Tuttavia – prosegue la Capone – proprio la Fondazione presieduta da Gabellone ha provveduto al licenziamento degli orchestrali e per questo il Ministero ha dichiarato non ammissibile la richiesta di ammissione al Fondo Unico per lo Spettacolo».