Siamo alla frutta, condita a dovere. La storia dell’avvocato disabile barese Francesco Mongelli, è insopportabile. Abbiamo aspettato con lui, sotto il sole, mentre due delle sue praticanti depositavano l’ennesima istanza di rinvio per “legittimo impedimento”. Per la verità si tratterebbe di un illegittimo ostacolo. I due ascensori del palazzo del Giudice di Pace barese, al quartiere San Paolo, sono rotti. Il primo da oltre tre mesi; l’altro da almeno tre settimane.

Non c’è altro modo per raggiungere il primo piano, lo stesso degli uffici dell’Inps. Mongelli, che della questione ha informato più volte il presidente del Tribunale e l’Ordine degli Avvocati, ha bisogno di una soluzione ad horas, non del solito: “Stiamo provvedendo”. Il rischio è quello che i clienti ad un certo punto possano avere le scatole piene di questi impedimenti, tutt’altro che legittimi, decidendo così di rivolgersi a qualcun altro.

Un danno deontologico, economico e psicologico, che la sede del Giudice di Pace, all’interno di un condominio privato, non limita in nessun modo. Gli ascensori sono stati danneggiati ancora una volta dall’ennesimo blitz dei vadali. Il segno delle pallonate sulle porte scorrevoli è evidente. Tutto questo succede sotto gli occhi di un parcheggiatore abusivo sì, proprio davanti al palazzo del Giudice di Pace, tra l’indifferenza di chi usa a piacimento i posti per disabili senza averne alcun diritto, ma soprattutto in assenza di alcun presidio delle forze dell’ordine.

Se al posto della telecamera avessimo avuto una bomba a mano non se ne sarebbe accorto nessuno. L’avvocato Mongelli, aiutato da alcuni colleghi, ha chiesto anche l’intervento dei tutori della legge, nel tentativo di vedere riconosciuto un proprio sacrosanto diritto. Dopo alcuni tentativi, grazie al cielo si è palesata una pattuglia della Polizia di Stato. Due agenti, evidentemente rassegnati, hanno preso a tutti le generalità, noi compresi, e facendo spallucce hanno frantumato le speranze dell’avvocato con la frase che non ti aspetti: “Non possiamo farci molto, questa è l’Italia”. Sarà pure l’Italia, ma Mongelli non si rassegna. Riscriverà a chi di dovere e presenterà un esposto in Procura, forte della constatazione del grave problema fatta dai poliziotti, anche loro come chiunque altro cittadini in balia di una Giustizia distratta e ingiusta.