“Sono 170 i chilometri di pluviale del Comune di Bari e di questi solo 15 sono affidati per la pulizia di caditoie, a griglia e a bocca di lupo, all’Amiu in base all’attuale contratto di servizio. È chiaro, quindi, che al di là dei repentini cambiamenti climatici e delle ingenti piogge, ci sono delle responsabilità da parte di questa Amministrazione sulla manutenzione della fogna bianca”. Inizia così la riflessione della consigliera comunale Irma Melini sulla settimana di pioggia che ha messo in ginocchio la città di Bari. “Sicuramente il rifacimento della fogna bianca è un’attività programmata dal Comune di Bari nei lustri, ma i tempi e le risorse necessarie per l’intera rete rendono più che incerto il completamento dell’opera. Nel frattempo occorre individuare le responsabilità e provvedere alle soluzioni”.

“Per questo motivo  – continua Melini – ritengo importante chiedere un Consiglio tematico (ex art. 39, 2 Tuel), che affronti la necessità di un aggiornamento del contratto di servizio con l’Amiu, annunciato da due anni dal l’assessore Petruzzelli, che impegni la Giunta a inserire con fonte di finanziamento certa la manutenzione di tutta la rete pluviale di 170 km, togliendo ogni competenza ad Amiu, che discuta un piano specifico di emergenza meteorologiche, ovvero più in generale il Piano comunale di protezione civile.”

“A questi temi ci sono già delle concrete proposte – illustra la consigliera -. Se penso ai sottopassi allagati, chiederò al sindaco di dare mandato all’uffici competenti per predisporre un progetto per dotare i sottopassi cittadini di sistemi automatici di rilevamento dei livello dell’acqua e di interdizione dell’accesso in condizione di pericolo. Questa soluzione, già adottata dal Comune di Lecce, evita che qualcuno rischi la vita nel sottopasso allagato, che si intasi ulteriormente la città e le linee del pronto intervento. Un’altra soluzione prevede l’individuazione di aree precise in cui si verificano gli allagamenti che coinvolgono i locali al piano stradale, come abitazioni e locali commerciali, affinché il sindaco possa poi predisporre un’ordinanza che disciplini la gestione della fase pre-emergenziale ed emergenziale, coinvolgendo attivamente la popolazione. Se penso agli abitanti di Ceglie, di Carbonara, del Libertà, di Madonnella e ai danni per i recenti allagamenti, penso che basterebbe dotarli delle giuste informazioni e precauzioni per fronteggiare l’emergenza acqua. Ad incominciare dall’utilizzo dei sacchi di sabbia per evitare gli allagamenti dei locali”.

“Misure, queste, che rientrano più in generale nella rivisitazione e aggiornamento obbligatorio del Piano comunale di Protezione civile che è approvato dal Consiglio nel 2012 – continua -, ed è in attesa di aggiornamento da parte del professionista a cui è stato affidato nell’aprile 2015. Proprio nella determinazione di affidamento incarico,  si indicava anche la priorità di opuscoli informativi da divulgare alla cittadinanza anche su internet. A tal riguardo ho chiesto anche che tutte queste informazioni siano accessibili sul portale del Comune, cosa che oggi non c’è. I tempi, in questi casi, non devono essere così lunghi, così come non sarebbero dovuti essere così lunghi per quanto attiene alla manutenzione delle stazioni di sollevamento delle acque meteoriche nei sottopassi comunali deliberata il 21 luglio 2016 ma approvata inizialmente  il 6 dicembre 2013”.

“Troppa negligenza – conclude Melini -, troppa indifferenza, troppo lunghi i tempi per prendersi cura concretamente di questa città. L’emergenza pioggia è anche un’emergenza fogna bianca ed entrambe posso essere adeguatamente risolte con piccole azioni concrete e perciò spero che queste proposte siano accolte”.