Siamo alle comiche, ma la barzelletta che vi raccontiamo non fa ridere, seppure tratta da una storia vera. Eccola qua la lettera che ha creato non pochi imbarazzi al direttore generale del Comune di Bari, Davide Pellegrino, e le ire del preisente della Bari Multiservizi, Francesco Biga.

Il protocollo è il numero 87360 del 13 aprile scorso. La dottoressa Maria Sannicandro e il direttore Gestione Patrimonio ed Interventi, Giuseppe Ceglie, chiedono alla Bari Multiservizi l’adeguamento dei canoni di locazione dell’immobile in via Viterbo. Noi c’eravamo stati, rendendoci conto di come sia totalmente inadeguata. Bene – si fa per dire – tra canone mensile per l’area esterna (8.080,28 euro), per gli uffici (793,15 euro) e i depositi (802,94 euro) si arriva alla “modica” cifra di 9.676,37 euro. Avete capito bene, per quella sede fatiscente, la Bari Multiservizi, società partecipata dal Comune, deve al Comune quasi 10mila euro. Senza contare la locazione dovuta per l’immobile in via Oberdan.

Pare che al presidente della Municipalizzata non sia stato dato alcun preavviso. Dal canto loro, i responsabili dell’ufficio comunale competente, hanno agito tenuti in debito conto conto i criteri dettati dalla deliberazione della Giunta Comunale numero 479 dell’8 agosto 2011. L’imbarazzo è tanto, così come pare certe pressioni per tentare di arginare la faccenda. Chissà non fosse stato meglio traslocare nella sede del San Paolo, ma non vogliamo andare a imbottigliarci in una polemica già ampiamente discussa.

Ciò che resta è constatare ancora una volta che al Comune di Bari capita che la mano destra sappia troppo tardi ciò che fa la sinistra, pur in presenza di disposizioni che obbligano i dirigenti comunali, quelli che alla fine hanno la responsabilità delle procedure, a firmare certi atti a costo di sembrare avulsi dalla vita politica cittadina. Alla Bari Multiservizi, a meno che non intervenga un’altra delibera, non resta che pagare e sorridere, con la certezza che i soldi comunali pagati per l’affitto della sede andranno nelle casse del Comune, che potrebbe utilizzarli per i lavori di ristrutturazione degli immobili.