Irma Melini
Il consigliere Irma Melini

“Con oggi grazie alla ripartizione facente capo all’assessore Giuseppe Galasso abbiamo appreso che l’amministrazione comunale può utilizzare metodi discrezionali nella scelta della società a cui affidare il servizio di gestione degli archivi giudiziari ovvero locazione dell’immobile utile ad ospitare gli archivi stessi. Nello specifico, l’ingegner Tondo avrebbe discrezionalmente ritenuto l’offerta migliore quella della CNA srl pervenuta autonomamente per iscritto dal privato interessato con un costo annuo di ben 100mila euro per un immobile tra l’altro sito a Rutigliano”. A scriverlo in una nota sono i consiglieri Irma Melini, Filippo Melchiorre e Giuseppe Carrieri, componenti della Commissione trasparenza che stamane ha audito i diretti interessati: l’assessore Galasso e l’ingegnere Tondo.

“Il caso sembra ancor più grave – continuano i consiglieri -, se si considera che il Comune di Bari, precedentemente all’offerta della CNA, sempre per far fronte alla necessità di trovare immobili utili ospitare gli archivi giudiziari, aveva indetto una ricerca di mercato per conoscere le offerte migliori dal punto di vista del servizio e della economicità. Due pesi e due misure, quindi, per il medesimo servizio prima affidato secondo una ricerca di mercato e poi affidato direttamente alla Cna che si premura di offrire per iscritto l’immobile a Rutigliano. Il problema è che nel secondo caso non solo la discrezionalità è in capo al dirigente della ripartizione che per il Comune prima, e per il ministero di giustizia poi, impegna annualmente una somma cospicua, ma soprattutto che un secondo privato, la Stabilimento Srl, sin dall’inizio aveva mostrato interesse nel proporre all’amministrazione medesimo servizio ed era stato invitato solo telefonicamente a inviare un’offerta da confrontare (forse) con quella dell’altro privato CNA srl”.

“Ho fortemente voluto che il tema arrivasse in commissione trasparenza e controllo – aggiunge la presidente della Commissione Irma Melini -, proprio perché non spetta a noi valutare il merito dell’offerte di dove allocare gli uffici giudiziari, ma spetta a noi valutare e scandagliare il metodo che le ripartizioni utilizzano quando agiscono in nome per conto del Comune di Bari. Oggi emerge un nuovo criterio: quello che si invita il privato attraverso una telefonata, quindi con un sistema non certificato, e che un dirigente può impegnare l’amministrazione ad una cospicua cifra quando la scelta è discrezionale, in barba a criteri di economicità e trasparenza”.

“Richiameremo il sindaco all’osservanza dei principi della trasparenza nell’espletamento delle procedure nelle quali si erogano rilevanti risorse pubbliche – aggiunge Carrieri – . Non è possibile che gli uffici comunali nell’individuazione dei propri fornitori, nella specie possessori di immobili da adibirsi ad archivi giudiziari, non espletino procedure a evidenza pubblica, anche ove non previste dalla legge, che evidentemente consentono di ricercare le migliori condizioni sul mercato.  O peggio espletino delle procedure a evidenza pubblica solo in talune situazioni e non in altre. Tanto è assolutamente contrario a ogni e qualsiasi principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione e non può essere evidentemente reiterato”.