Ieri sera, al ristorante “Ai due Ghiottoni”, è andato in scena il più triste, goffo e inefficace tentativo di chiarimento tra un allenatore e la stampa, di conseguenza tra la società e i tifosi, che il calcio italiano abbia mai prodotto. Sì, perché il piatto forte non erano gli antipasti, il primo, il secondo o il buon vino, ma le scuse finora mai chieste da mister Mangia. La convocazione, fatta cit cit ‘nmezz a la chiaz, aveva come ordine del giorno: “il mister vuole parlarvi per chiarire alcune cose”. Speriamo solo che il dessert non venga pubblicato sulle pagine di alcuni giornali. Ma siamo certi che nessuno in questa città si venda per un’ostrica o uno scampo. Qualche retroscena di questa ennesima scivolata comunicativa, resa ancora più amara dalla lettera strappa lacrime scritta dal presidente Paparesta all’indomani del pareggio col Modena, ve lo raccontiamo noi.

Ieri, intorno alle 9 del mattino, scopriamo casualmente che ci sarebbe stata questa cena: “con alcuni giornalisti”. Certo, la corsetta a cui è stato mandato l’irriverente Salomone – quello delle domande “insidiose” – affinché si schiarisse le idee sul fatto che la squadra stia giocando male, è stata la goccia che ha fatto traboccare il flut. Notizia delle notizie, proprio Salomone pare abbia detto “no, grazie”. Come noi molti altri colleghi erano all’oscuro di tutto. A quel punto, alle 11.32 (sempre ieri), abbiamo telefonato al capo della comunicazione e team manager Alberto Marangon, che ci ha spiegato come gli inviti fossero partiti lunedì sera e come in questi casi ci sia sempre uno che lo riceva prima e uno che lo abbia per ultimo.

La frittata ormai era fatta, perché la notizia aveva cominciato a spargersi a macchia d’olio. Mentre fuori dal ristorante arrivano i primi ospiti, a noi, alle 20.49 viene inviato un sms dallo stesso Marangon: “La cena x Tv e siti web verrà fatta nei prossimi giorni”. Ma come, quella ristretta la organizzi dalla sera alla mattina e quella per gli altri, vedremo? Chiarito che non si tratta di una questione personale per il mancato invito, arriviamo al punto: le conferenze stampa in cui sono state create due fazioni di giornalisti, ai quali non vengono date le stesse notizie e gli stessi giocatori da intervistare. In questo modo, caro Presidente Paparesta, è chiaro che i messaggi si moltiplicano e il rischio che la situazione sfugga di mano – com’è successo – è più elevato. State correndo a tutta velocità su una strada buia e con i fari spenti.

Bene, ma se la cena di ieri era per la carta stampata e in un giorno qualunque sarà organizzata quella per tv e siti internet – alla quale speriamo non vengano serviti gli avanzi di ieri sera – che c’entrava l’invito a Salomone? E che c’entrava la collega di Telenorba? Ma ci faccia il piacere. Prima che sul campo, l’Fc Bari 1908 dovrebbe schiarirsi le idee in panchina, in tribuna e nelle stanze dei bottoni. Un chiarimento così importante, come sempre succede con le conferenze del mister, va fatto in sede, anche senza telecamere, registratori e block notes. In quel caso non avreste dovuto offrire neppure il caffé.

La cena, come ce ne sono state tante nella storia biancorossa, si fa a bocce ferme, all’inizio, soprattutto nel caso di uno staff totalmente nuovo; si fanno a Natale, per fare il punto e scambiasi gli auguri. Per carità, poi ci saranno le versioni ufficiali, della cena così come del prematuro addio di Antonio Di Gennaro dal settore giovanile. A noi questo tipo di cene stanno indigeste perché, anche solo per il retrogusto che lasciano alla tifoseria, alle sensazioni e alle voci che scatenano, mettono a repentaglio l’obiettività e l’imparzialità che abbiamo costruito nel tempo. Chissà se ci sarà qualche foto ufficiale del simposio (oltre quelle rubate da tuttobari.com), magari scattata da Sciaudone, visto che per ordine di scuderia non pubblica più i suoi selfie e sembra abbia perso pure quel sorriso che lo ha fatto amare così tanto da una città intera, non solo dalla curva nord.