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La Federazione italiana lavoratori commercio alberghi mense servizi (Filcams) e le Nuove identità di lavoro (Nidil) della Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil) denunciano il collasso dell’aeroporto di Brindisi. In una nota il sindacato si sofferma sulla mancata aerazione all’interno della struttura e sul “rischio di mancamenti (come accaduto) nelle varie sale a temperature elevate”. Nei giorni scorsi il microclima del luogo di lavoro per alcuni, e di transito per altri, si è attestato “oltre i 30 gradi”, sostengono i confederali. L’inconveniente si imputa al mal funzionamento dell’aria condizionata – non un dettaglio, se si considerano i 20mila passeggeri arrivati e partiti da Brindisi. Inoltre, Filcams e Nidil lamentano la mancanza di personale a terra e in volo, senza tralasciare che l’attuale “è in molti casi è precario ed in somministrazione, spesso chiamato a fare anche doppi turni”. Così, la nota congiunta delle due sigle sindacali non usa mezzi termini e si rivolge alla “direzione aziendale non  all’altezza di un aeroporto dalla forte vocazione internazionale”. E suona come una beffa l’interrogativo verso chi gestisce lo scalo a Brindisi: “Che immagine vogliamo dare del nostro territorio?”.