Ha atteso che i suoi compagni di cella lo lasciassero solo durante l’ora d’aria, ha realizzato una corda coi lacci delle scarpe e si è tolto la vita impiccandosi alla finestra del bagno. E’ morto così un detenuto 36enne nel carcere di Foggia, struttura che avrebbe dovuto lasciare fra soli due mesi. La denuncia dell’ennesimo caso di suicidio in carcere arriva dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria pugliese, che lancia un appello al ministro della Giustizia. “Purtroppo l’agente di servizio nella sezione nulla ha potuto nonostante sia intervenuto con prontezza e coraggio, e da oggi (ieri, ndr) il detenuto in questione che sembra avesse problemi psichiatrici, è entrato a far parte della fredda statistica dei suicidi in carcere che peraltro non interessa più a nessuno“, commenta il sindacato. “Questo è l’ennesimo episodio di una tragedia continua, frutto della mancanza di sicurezza nelle carceri e della inefficacia dell’attività di controllo e gestione dei detenuti”. Da tempo il Sappe denuncia il grave stato di sovraffollamento del carcere di Foggia, che ospita detenuti per oltre il 170% dei posti disponibili, “con poliziotti costretti a lavorare per 8, 12 ore continuative con carichi di lavoro massacranti in violazione di norme e leggi dello stato italiano”.