foto di repertorio

La Guardia di Finanza di Foggia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un individuo accusato di tentata estorsione. Il soggetto, già noto alle Forze dell’Ordine per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio doloso, porto abusivo di armi, lesioni personali, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, ricettazione, aveva chiesto ad un imprenditore il versamento del pizzo.

Forte della sua figura affermata nel panorama criminale, il malvivente aveva richiesto 10mila euro per installare i propri dispositivi nell’attività commerciale, più una quota mensile di 500 euro. L’inquisito avrebbe inoltre minacciato l’imprenditore estraneo al contesto cittadino, obbligandolo a sottostare a regole oppressive.

L’operazione della GdF, denominata “Poker d’Assi”, ha consentito di accertare che l’uomo, reggente di un noto clan lucerino, nonostante fosse agli arresti domiciliari con con il permesso ad assentarsi dal domicilio dichiarato dalle 10 alle 12, controllasse gli interessi della “famiglia”. Tale forma di ricatto ha concretamente fatto desistere l’imprenditore, optando per il ritiro delle macchinette dalla sua attività, installate in un primo momento.