Sergio, gli insediamenti rupestri sono tipici dell’area mediterranea, cosa rende tanto particolari gli ipogei di Bari?

Gli ipogei di Bari si distinguono per il particolare impianto abitativo, caratterizzato da un atrio esterno e dalla presenza del “criptoportico”, cioè di un portico sotterraneo attorno al quale si sviluppava il resto della casa. Di fatto, queste abitazioni, riproducevano quasi interamente il modello della casa romana, con la particolarità che erano costruite nella roccia e sottoterra.

Casa?

Sì: l’abitazione si sviluppava intorno al portico, aveva un laboratorio per la lavorazione dei prodotti agricoli, delle cisterne per la raccolta dell’acqua, un sistema di aerazione per i locali, la cucina e le camere da letto, con i letti scavati nella roccia, su cui si sistemava poi la paglia.

Come si comportano le istituzioni locali nei confronti di questa ricchezza?

Dico una cosa. Ho cominciato a studiare gli ipogei su testi scritti nel 1977 e nel 1985 da Carlo e Franco dell’Aquila e da Francesco Carofiglio. Da allora, se qualcosa è cambiato è stato in peggio, tanto che a un certo punto avevo deciso di mollare, ma dopo due anni sono ritornato.

Come fai conoscere ai baresi la “città sotto la città”?

Facebook ci viene incontro perché, grazie al gruppo “Complessi ipogei e Insediamenti Rupestri del Territorio di Bari” è possibile prenotare visite guidate gratuite anche in bicicletta. Tra le prossime iniziative  la visita alla chiesa rupestre di Santa Candida.

Chi può partecipare a queste visite?

Tutti, anche i bambini.

EVA SIGNORILE