L’area di Costa Ripagnola, a ridosso del mare, in cui sono presenti alcuni trulli interessati da un progetto di realizzazione di un eco-resort, è stata dissequestrata. La Procura di Bari, infatti, ha disposto la restituzione dell’area dopo che, nell’ottobre 2019, aveva disposto il sequestro probatorio per alcuni accertamenti sull’iter autorizzativo svolto dagli organi competenti, prima su tutti la Regione Puglia. Il procuratore Roberto Rossi, l’aggiunto Alessio Coccioli e il pm Baldo Pisani hanno ritenuto cessate le finalità probatorie. La Procura ha risposto alla lettera presentata, alcuni giorni fa, dall’avvocato della società Serim, spiegando che “non ricorrono allo stato i presupposti per inoltrare richiesta di sequestro preventivo”.

Il comitato “Pastori della Costa” non ci sta

Alla notizia del dissequestro, sgomento e amarezza da parte del comitato “Pastori della Costa” che da anni si batte per la protezione di Costa Ripagnola e che riunisce varie associazioni contrarie all’eco-resort. Il comitato, con un post su facebook, evidenzia come ” i pm hanno disequestrato l’area del Resort imponendo alla Conferenza dei servizi della Regione Puglia e alla Serim di rimodulare il progetto sulla base della Sentenza della Corte Costituzionale nel quale sono vietati gli interventi edilizi nell’area del Parco Regionale di Polignano /Monopoli e Mar Piccolo perché contrastano con le norme di salvaguardia del paesaggio stabilito dal P.P.T.R.”. In un allegato a fine post, inoltre, viene richiamata la recente sentenza della Corte costituzionale, che a dicembre scorso ha dichiarato incostituzionale parte della legge regionale istitutiva del Parco di Costa Ripagnola. Pronta la risposta della società interessata in merito alla stessa sentenza: ” non ha alcuna incidenza sul progetto”. Il futuro dell’area interessata resta dunque incerto.