L’Avv. Mastroleo pur nel suo ruolo di moderatore, evidenzia il problema istituzionale dato dalla mancanza di uno statuto della città metropolitana e lascia la parola all’On. Dentamaro, preoccupata dall’impossibilità per la Regione di esprimersi in tempi stretti e fin ora fermata nel suo lavoro da quelle che definisce logiche di territorio e non politiche, soprattutto dal fatto che se nulla dovesse risolversi entro il 24 ottobre prossimo sarà un atto governativo a decidere il tutto.

Il Prof. Schittulli da parte sua si chiede quali possano essere le risorse economiche della città metropolitana, soffermandosi sulla necessità che per questa costituzione ci siano affinità e identità del territorio. Il Dott. Perrone dubita invece che la cosa possa funzionare nel rispetto delle necessità e delle priorità di ogni singolo comune.

L’Ass. Dentamaro ribadisce ancora, che la città metropolitana, diversamente dalla “Super-Provincia” della Legge 142 nasce come Ente che coincide con il territorio della Provincia, a questa si sostituisce senza nulla togliere ai singoli comuni, occupandosi di trasporti, mobilità, produzione, sviluppo sociale, ecc., in aggiunta a quelle che ancora oggi sono le funzioni provinciali.

In altri termini definisce la città metropolitana un Ente che rimpiazza le Province avvalendosi però della collaborazione di tutti i comuni. Ma alla base, i cittadini non ci stanno, temono la perdita delle loro tradizioni, delle loro radici (argomento questo che in tempi di globalizzazione lascia il tempo che trova) ma principalmente temono di perdere i loro uomini di fiducia, i quali pare proprio che ora come ora, cavalchino molto bene la tigre (le poltrone ci sono e tali devono restare!).

DAMIANA RICCARDI