Gabriella Genisi ha presentato al castello di Mola di Bari, il suo nuovo romanzo, “Gioco pericoloso” (Sonzogno), quarto libro della serie delle indagini della conturbante commissaria della Questura di Bari, sezione omicidi, Lolita Lobosco.

Ad accompagnare l’autrice nella presentazione nazionale c’erano la giornalista Annamaria Minunno, il professor Franco Introna, la libreria di supporto “Culture Club Café” e una platea di spettatori seguaci di “Lolì” che ha sfidato freddo e pioggia per conoscere la nuova inchiesta.

Dopo la “trilogia della frutta”: “La circonferenza delle arance”, “Giallo ciliegia” e “Uva noir”, Lolita è ormai una di noi, una nostra vecchia conoscenza, di lei sappiamo tutto: che è una donna intelligente, passionale, burrosa, inconsapevolmente provocante, romantica, spigolosa, dura, che parla una lingua tutta sua, mischiando campano siciliano e barese e pronunciando spesso due parole in una sola, con uno spiccato sesto senso, innamorata dell’amore, un’ottima cuoca e un’infallibile commissaria dalle efficaci tecniche di interrogatorio. Segni particolari: “una Louboutin ai piedi aiuta a pensare e a risolvere i casi”. Abbiamo imparato così ad apprezzare anche tutti i personaggi che le gravitano attorno, come i due colleghi Forte ed Esposito, la sua migliore amica Marietta, il medico legale Franco Introna (dal quale pare, addirittura, che l’originale prenda spunto in fatto di look) e Giovannimio, sostituto procuratore nonché suo nuovo amore “da otto mesi”.

In quest’ultimo lavoro la Genisi ha voluto affidare alla sexy commissaria un caso che profuma di maschio più di un dopobarba: lo scandalo del calcio scommesse, intingendolo però di giallo, aggiungendo non uno, ma ben due omicidi. La domanda sul perché di questa scelta davvero “pericolosa” è la prima che le viene posta e l’autrice risponde ammettendo di aver avuto una sorta di suggerimento durante la registrazione di una puntata di SkySportTg24, nel febbraio 2012, in cui le veniva chiesto proprio come avrebbe indagato Lolita se mai le fosse stato chiesto di seguire un caso di calcio scommesse. Insomma il tema era lì, su di un piatto d’argento, l’intreccio tutto da scrivere. E per farlo al meglio la Genisi ha dovuto studiare tanto, dalle inchieste del 1980, con l’episodio simbolo in cui la Giulietta della Polizia entra in campo per arrestare i giocatori corrotti, fino agli ultimi scandali di Moggi & co.

Le vicende raccontate nel libro coprono uno spazio temporale che parte a maggio, da una domenica di maggio per la precisione, durante la quale nel derby decisivo Bari – Lecce per la qualificazione in serie A, in cui LaBari si gioca il tutto e per tutto per arrivare al torneo cadetto, il capitano della squadra barese , tal Domenico Scatucci, a 32, muore in campo stroncato da un infarto. Una morte naturale pensano tutti, non Lolita che dubita sin dall’inizio. E termina a dicembre dopo che, a novembre, c’è stata un’altra morte sospetta, quella di Vittorio Lamuraglia, “ ‘o bebbè”, suo amico di liceo e scommettitore incallito.

Nel volume non mancano la poesia, grazie al personaggio del poeta e parcheggiatore abusivo, l’ex detenuto Giuseppe Lavopa; il teatro con i rimandi a Eduardo De Filippo e la musica (suggerita dall’amico-collega, il giornalista, Michele Marolla) ascoltata nella decapottabile di Lolì o dalla voce grave, ma simpatica del cantante di via Sparano. Non mancano i crossover: dall’onnipresente commissario Montalbano (“senza il quale Lolita non sarebbe mai nata”), a Petra Delicado, personaggio creato dalla panna della scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett e Bernardette Bourdet, B.B., di Massimo Carlotto. Così come non mancano nuovi personaggi come il p.m. Sabrina Sallusti, per la quale Lolita non prova grandissima simpatia, Gustavo Gironda, cronista che conserva gli articoli di giornale in barattoli di latta, Onofrio Colaianni, fotografo sportivo, e tanti altri; e le celeberrime ricette in appendice.

Insomma, un nuovo capitolo in una nuova veste, per quanto riguarda anche la copertina, tutto da leggere. Non più frutta in bella vista, ma una Lolita in divisa con tacchi ai piedi, pistola in una mano e pallone da calcio nell’altra, in stile grafic novel. Alla domanda sul perché di questo cambio così drastico, la Genisi ha risposto che è stata una scelta della casa editrice, fortunatamente ben accolta dai suoi lettori: “Sono molto attiva su Facebook e ho subito postato la foto della copertina, ho ricevuto molti consensi: è piaciuta a 75 lettori su 100, posso ritenermi soddisfatta”.

Buona lettura, e come dice il professor Franco Introna: “Fate leggere questo libro agli uomini perché c’è solo da imparare da Lolì, da tutto quel che volete sapere sulle donne al “bacio alla napoletana”.

Mariangela Deliso