L’avvocato Gaetano Filograno, accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti insieme al collega Nicola Loprieno, rompe il silenzio sulla bufera giudiziaria che lo vede protagonista: “Non posso che confermare la mia assoluta estraneità ai fatti contestati”. Il legale ha affermato di essere “da giorni vittima di un indegno processo mediatico, senza alcuna possibilità di difesa”, spiegando di non aver ricevuto alcun rispetto per la propria persona e, in particolare, per i suoi figli. Nonostante questo, Filograno ha “fiducia nella nobile funzione del Giudice“, perciò attende il giudizio abbreviato, che lui stesso ha richiesto. Il procedimento penale inizierà il 25 settembre.

Il presunto piano ordito dai due avvocati e dall’ex finanziere

Era infatti il 2014 quando un imprenditore di Gioia del Colle, oggi 54enne, veniva arrestato per possesso di droga, a seguito della perquisizione della sua autovettura. La vicenda, potenzialmente semplice, presentava incongruenze e stranezze: l’indagato dichiarò di non sapere nulla riguardo alle dosi di cocaina rinvenute – per un ammontare di 26 grammi – e proprio pochi giorni prima aveva presentato una querela contro l’ex marito della donna con cui si stava frequentando, a causa delle minacce ricevute. Dopo aver controllato la casa dell’imprenditore – del tutto incensurato – i finanzieri riportarono di aver trovato un “bilancino di precisione”, ma si rivelò trattarsi di una banale bilancia ad uso domestico di Ikea, supportando l’ipotesi che l’uomo fosse stato realmente incastrato. Nel 2017, pertanto, l’imprenditore venne assolto con formula piena e presentò una seconda denuncia per calunnia contro il medesimo soggetto.

Dopo 6 anni i presunti responsabili sono arrivati di fronte alla giustizia. Si tratterebbe di due avvocati, il 55enne Gaetano Filograno – l’ex marito – e il 45enne Nicola Loprieno, attualmente consigliere comunale di Bari, e dell’ormai ex finanziere Enzo Cipolla, che aveva condotto la perquisizione dell’automobile incriminata. Quest’ultimo, in particolare, qualche anno dopo i fatti fu estromesso dal corpo, a causa dell’arresto per concussione e della relativa condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione. Egli infatti avrebbe chiesto all’imprenditore 15mila euro in cambio della lista di domande che l’avvocato gli avrebbe rivolto in sede giudiziaria, di modo da potersi discolpare dall’accusa di spaccio. Per quanto riguarda Filograno e Loprieno, i due sono stati accusati dai Pubblici Ministeri Savina Toscani e Claudio Pinto di concorso di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Coinvolta nelle indagine vi sarebbe anche una terza persona non ancora identificata, autrice materiale dell’introduzione della cocaina nell’automobile per conto degli avvocati.