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Nicolas Sarkozy, ex Presidente della Repubblica di Francia, è stato condannato dalla Corte d’appello di Parigi a 3 anni di detenzione carceraria, uno dei quali da scontare in cella. Il processo all’ex leader dei Repubblicani rientra nell’ambito dello scandalo sulle intercettazioni che nel 2014 coinvolse anche un avvocato e un alto magistrato. Le accuse per Sarkozy erano di corruzione e traffico d’influenza. “Sono un ex presidente della Repubblica, non ho mai corrotto nessuno e dovremmo poi aggiungere che si tratterebbe di una corruzione ben strana, senza denaro, neppure un centesimo per nessuno, senza vantaggi, nessuno ne ha avuti, e senza vittime, poiché non ci sono persone lese“. Così si espresse Sarkozy davanti al Tribunale in prima istanza.

Le condanne

Per Sarkozy il Tribunale di Parigi ha previsto, oltre alla condanna al carcere, l’interdizione dai diritti civili per 3 anni; ne segue l’impossibilità di candidarsi a cariche politiche. Per l’avvocato storico dell’ex Presidente, Thierry Herzog, sentenziato il divieto di esercitare la professione legale per 3 anni. Sarkozy, che era stato condannato in primo grado a 3 anni ma tutti con la condizionale, ricorrerà in Cassazione. Se la pena dovesse essere confermata, sconterà l’anno di carcere con il braccialetto elettronico.

Lo scandalo delle intercettazioni e i guai di Sarkozy

Il primo luglio del 2014, Sarkozy è stato posto in stato di fermo negli uffici di custodia cautelare di Nanterre, dove sarebbe stato ascoltato dai magistrati per un caso di corruzione. Era la prima volta che un ex Presidente della Repubblica di Francia veniva sottoposto a procedure simili. La Procura nazionale mise in stato di accusa l’ex leader per corruzione e traffico di influenze nell’ambito dello scandalo delle intercettazioni (rinominato Caso Bismuth) che coinvolse anche l’avvocato Thierry Herzog ed il magistrato Gilbert Azibert. Sarkozy è stato giudicato colpevole di essersi impegnato, nel 2014, a sostenere la candidatura di Azibert a una prestigiosa carica nel Principato di Monaco in cambio di comunicazioni riservate riguardanti un caso allora sottoposto all’esame della Cassazione.

Come riportato dal quotidiano francese Le Monde, il caso Bismuth segue altri noti casi legali affrontati da Nicolas Sarkozy e Thierry Herzog. Ad esempio la vicenda Woerth-Bettencourt, in cui la miliardaria Liliane Bettencourt era stata sospettata di aver dato soldi a personaggi politici, tra cui lo stesso Sarkozy, beneficiando in cambio della clemenza del ministero delle Finanze, allora presieduto da Eric Woerth, il quale aveva messo fine all’accusa. Più celebre il caso del sospetto finanziamento libico della campagna presidenziale del 2007, per il quale la Procura Finanziaria Nazionale (PNF) ha chiesto, giovedì 11 maggio, un processo contro Sarkozy.

Nel gennaio 2014, l’ex Capo dello Stato e il suo consigliere avevano cercato di ottenere informazioni su questi due procedimenti giudiziari e in particolare su una decisione della Corte di Cassazione, che doveva pronunciarsi sulla comunicazione delle agende presidenziali di Sarkozy ai magistrati inquirenti incaricati del caso Bettencourt.