Nonostante siano trascorsi circa otto anni da quel 22 giugno che segnò la morte, ancora molto sospetta, del dj salentino, Ivan Ciullo, tante sono le ombre sospese sul caso.

Il ragazzo fu sì trovato impiccato ad un albero di ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo (Le), ma secondo la ricostruzione del legale della famiglia di Ivan Ciullo, il caso fu inizialmente e frettolosamente liquidato come un suicidio sulla base del fatto che nell’auto del ragazzo fu ritrovata una presunta lettera di addio per i genitori, Rita Bortone e Sergio Martella.

I genitori del ragazzo ne hanno richiesto la riapertura, in quanto non hanno non hanno mai creduto all’ipotesi suicidaria e hanno portato avanti delle indagini private, avvalendosi di criminologi, periti informatici, balistici e medici legali.

Infatti, la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e ha indagato un uomo, amico della vittima.

Ecco perché dopo anni di indagini negate e lacunose, il GIP Sergio Tosi, con un provvedimento del 14 dicembre 2021, ha rigettato l’ennesima richiesta di archiviazione e, accogliendo la tesi dei difensori della Famiglia di Ivan Ciullo, Paolo Mari e Gianluca Tarantino, ha disposto ulteriori indagini.