Sono partiti ieri, 25 gennaio, gli interrogatori di garanzia per i 30 soggetti coinvolti nell’inchiesta “New Life”, che ha svelato presunti abusi perpetrati da infermieri, OSS, educatrici e prestatori d’opera nella struttura Don Uva di Foggia, in danno di pazienti psichiatrici. Nel dettaglio, a finire nella rete dei Carabinieri del Comando provinciale di Foggia sono 8 infermieri, 16 operatori socio-sanitari e 2 educatrici professionali dipendenti di Universo Salute; ancora, 3 operatori sanitari assunti tramite agenzia interinale e un addetto alle pulizie della ditta appaltatrice del servizio. Gli indagati sono accusati – a vario titolo e per differenti profili di responsabilità – dei reati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale.

La Regione vuole approfondire

Dopo lo scandalo delle violenze nella sede di Foggia la Regione vuole vederci chiaro e verificare quello che è stato fatto, partendo dai 30 dipendenti sospesi e controllando se il gestore stia garantendo l’assistenza prevista. Martedì 24 gennaio, l’amministratore delegato di Universo Salute, Luca Vigilante, ha detto che l’azienda aveva chiesto ai sindacati l’ok all’installazione di telecamere, concessa “solo in alcune zone, per giunta note a tutti i lavoratori”, ma non nelle camere di degenza. I sindacati però ribattono: “Eravamo contrari alle telecamere nelle stanze per una questione di privacy dei degenti – dice Nicolangelo Cosmai, segretario aggiunto della Fials – e perché sarebbe stata necessaria l’autorizzazione del Garante. Ma non siamo stati assolutamente ostili ad ampliare la vigilanza video rispetto a quanto previsto dalla legge, che impedisce di sorvegliare l’attività lavorativa“. La Fials sottolinea: “Anche l’azienda avrebbe dovuto impegnarsi di più, a promuovere un cambiamento culturale se non una maggior presenza di medici e caposala. Negli anni qualche episodio simile si era verificato, ma era legato all’azione di un singolo individuo e non coinvolgeva intere categorie professionali. Il personale adibito a mansioni così delicate va scelto con cura, non è accettabile ricorrere alle agenzie interinali“.