Percepivano soldi per pazienti che erano stati trasferiti o addirittura che erano morti da anni. È l’assurda situazione nella quale si sono trovati decine di medici di famiglia, che ora si vedono costretti a restituire le somme.

I sindacati avvertono, “questo problema si ripercuote sull’immagine e sulla credibilità dei medici quando in realtà l’imperizia è dell’amministrazione pubblica che avrebbe dovuto consultare ed aggiornare gli elenchi dei pazienti deceduti o trasferiti”.

“Ora i medici si vedono costretti a restituire dei soldi, ma senza che avere una diretta responsabilità – precisano -. Diffidiamo quindi le Asl a procedere al prelievo forzoso delle somme di denaro senza che ci sia prima un vertice”.