Un cittadino di Gravina custodiva 19 manufatti in terracotta risalenti alla fine del V secolo e l’inizio del IV secolo a.C.. La guardia di Finanza ha sequestrato il tutto e denunciato il gravinese per violazione delle disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali e paesaggio, e – dopo la confisca – assegnati al Museo nazionale di Altamura.

Il detentore dei reperti archeologici, che non è stato in grado di dimostrare la legittimità dell’acquisto, li custodiva in una vetrinetta, in casa, senza averne fatto denuncia al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. I finanzieri hanno scoperto i beni durante controlli nei confronti di un’associazione culturale.

Gli accertamenti tecnici hanno consentito di verificare che si tratta di “materiale autentico, di interesse culturale e archeologico rinveniente da contesti tombali”. In particolare sono stati sequestrati: 2 kothon a fascia monoansata, ciotola rotolo convessa monoansata, coppetta ad alto piede a fascia, piatto ad alto piede a motivi fitomorfi di composto, 2 pentolini rituali, stabnoss a decorazione lineare con coperchio, olpetta a vernice bruna, 2 brocchette monoansate a decorazione lineare, piatto su piede ad anello a decorazione lineare, kylix ad alto piede a vernice rossa, brocca a fascia monoansata, piatto su piede a fascia bicroma rossonera, piatto monocromo con vernice caduta, calice a fasce ad alto piede, frammento di labbro con ansa riferibile a brocca, frammento di base di calice.