Presso la parrocchia del SS. Salvatore di Capurso si sono tenuti i funerali di Giorgia Russo, la giovane capursese, morta alle 15.30 di ieri per emorragia cerebrale massiva. Giorgia aveva 15 anni e frequentava il primo anno dell’ITC De Viti de Marco di Triggiano. La ragazza, le cui condizioni sono apparse subito gravi, è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico presso il Policlinico di Bari, dove poi è morta.

La famiglia ha autorizzato la donazione dei suoi organi. Quella che segue è la lettera che la nostra collega Elvira Zammarano ha scritto alla ex studentessa quando ha ricevuto la tragica notizia della sua morte.

Quando si è molto giovani alla morte non si pensa mai o quasi. Certamente la si percepisce come qualcosa di drammaticamente importante, ma anche di molto molto lontano. Anche gli adulti che, per ovvietà, con il pensiero della morte prima o poi devono, direttamente o indirettamente, fare i conti, quando pensano ai più piccoli, rigettano con forza l’idea. Questa è una lettera dedica. Ed è il frutto di una riflessione a poche ore dalla scomparsa improvvisa e drammatica di Giorgia.

Quindici anni, alunna modello, silenziosa, riservata e schiva. Una di poche parole, dette con intelligenza e sempre al momento giusto. Socievole e garbata, grande sportiva e provetta musicista. Giorgia, una ragazza che la comunità scolastica, gli insegnanti, tutti, vedevano crescere percependone le grandi potenzialità. La verità è che la morte di un giovane, lascia inebetiti e increduli. Sempre.

E l’unica domanda, possibile e impossibile allo stesso tempo, inevitabilmente rimane una: perché? Perché è potuto accadere che una violenta emorragia la strappasse alla sua famiglia e a un’intera comunità che l’aspettava? Perché i suoi progetti, i suoi sogni, vivaci e “potenti”, come solo quelli di un adolescente sanno essere, raccontati tante volte nei numerosi “circle time” scolastici, sono stati, così senza possibilità di appello, spezzati?

Possiamo ancora ragionare sull’eventualità di una risposta che potrebbe trovare le sue motivazioni nella logica, nella facoltà di pensiero, finanche nella scienza. Ma nel cuore, là dove vorremmo trovare il senso a tutto ciò, nelle sue pieghe più profonde e pulsanti, tutto tace. Ora resta solo la speranza che ai sentimenti d’impotenza e di angoscia e dolore si sovrapponga lo sforzo di sopravvivere. Per tutti. Ecco piccola Giorgia, “dormi, vola, riposa, muore anche il mare…” con affetto la tua Proff.