Gli infermieri in servizio presso l’obitorio del Di Venere venivano minacciati al fine di segnalare al clan i decessi dei pazienti ricoverati. In alcuni casi, venivano anche pagati. È quanto emerso dalle prime dichiarazioni rilasciate agli inquirenti da Antonio Di Cosola, boss pentito e nuovo collaboratore di giustizia.

Di Cosola è stato ascoltato dal pm Federico Perrone Capano nell’ambito del processo “Caro estinto”, all’interno del quale la Procura aveva chiesto per il capo mafia una condanna a 8 anni e 6 mesi di reclusione per presunta estorsione, aggravata dal metodo mafioso. I fatti, confermati quindi da Di Cosola, risalgono al 2006.