La montagna Eataly, forse, questa volta non ha partorito un topolino, bensì potrebbe aver smosso la terra e provocato una frana. Nei giorni scorsi il colosso ha annunciato la chiusura temporanea del punto vendita fino al 6 aprile, voci di corridoio sempre più insistenti parlano di una serrata definitiva. Per sapere come andranno le cosa basta aspettare qualche giorno, sperando naturalmente che non sia così.

Quello di cui invece non si intravede nemmeno l’ombra di una luce in fondo al tunnel, è il rapporto, pesantemente deteriorato, tra gli affittuari degli spazi nel quartiere fieristico e l’Ente Fiera. Le premesse, qualche anno fa, erano completamente diverse. Si parlava di valorizzazione, di eventi per 12 mesi, di un polo attrattivo da vivere tutto l’anno e non solo nei 10 giorni della Campionaria di settembre.

Un progetto che ha indotto diversi imprenditori a investire e che oggi si ritrovano a pagare 90 euro al metroquadro di affitto, come da bando, che messi insieme alla fine dell’anno possono significare un esborso anche di 50mila euro. Un mucchio di soldi spesi per ritrovarsi fianco a fianco con il Covid Hospital, e il neonato centro vaccinale, che proprio oggi aprire i battenti.

Diversi imprenditori, stanchi di non essere ascoltati, hanno deciso di unirsi in un comitato spontaneo che hanno voluto chiamare COLPE Comitato Locatari Privati Ente Fiera del Levante, per cercare di far sentire più forte la loro voce, qualcuno ha già inviato la lettera di disdetta del contratto di locazione: “Purtroppo non c’è verso di instaurare un dialogo – ci hanno detto -, per svolgere la Campionaria in sicurezza avevamo chiesto all’Ente Fiera i protocolli anti covid non ci hanno nemmeno risposto, ci siamo dovuti arrangiare per conto nostro, e in ogni caso abbiamo avuto un calo di fatturato del 90%”.

“Abbiamo saputo della postazione tamponi drive-through nella Fiera quando abbiamo visto i militari in divisa – aggiungono -. La stessa cosa per il processo sul crac della Banca Popolare di Bari, lo abbiamo appreso quando ci siamo visti invasi dalle Forze dell’Ordine. In tempi non sospetti avevamo chiesto cose banali, come per esempio di collocare agli ingressi una mappa delle aziende, per farci raggiungere facilmente dai visitatori. Non l’abbiamo mai avuta, così come un po’ di manutenzione del verde, che invece viene fatta solo per la Campionaria; durante l’anno è una foresta”.

“La Regione, il Comune, la Camera di Commercio, dovrebbero tutelare chi ha investito credendo in un progetto, invece non ci calcolano proprio, eppure le fatture per il pagamento degli affitti e dell’acqua arrivano puntuali. Nonostante i proclami, nonostante la richiesta di ridurre il canone ai privati, nulla è stato fatto dall’Ente per sostenere gli imprenditori in difficoltà già da inizio pandemia, continuiamo a pagare l’affitto per intero, qualcuno ha ricevuto l’ingiunzione di pagamento, è stata solo concessa una dilazione in più tranche”.

“Già da tempo, prima della pandemia, avevamo chiesto all’Ente, al Sindaco della Città Metropolitana, un piano di rilancio, e siamo rimasti inascoltati, il covid ci ha completamente distrutti. Con la struttura per la maxi emergenza e il centro vaccini, di fatto è cambiata la destinazione d’uso, noi imprenditori abbiamo affittato degli immobili in un quartiere fieristico che invece adesso è diventato un polo ospedaliero, con grosso danno per noi; è un vero e proprio deterrente a qualsiasi forma di invito all’interno della Fiera”.

“Se tutto va bene, l’area resterà ostaggio dell’ospedale per almeno due anni. C’è chi sta avendo problemi con la produzione, ma c’è anche chi non sta avendo adesioni alle proprie attività perché le persone in mezzo al covid non vogliono venire. A chi ha inviato la disdetta, pure con sei mesi di anticipo, è stato detto che non è previsto dal contratto. Abbiamo investito dei soldi per rimettere in piedi gli spazi, per l’agibilità, che per esempio proprio l’ospedale non aveva. Se lasciamo tutto e andiamo da un’altra parte, ci rimettiamo anche quei soldi. Dovrebbero considerare la Fiera come un bambino da crescere, e invece continuano a trattarlo come una vacca da mungere”.