Migliaia di studenti tra poco più di un mese dovranno sostenere il proprio esame di maturità in un momento sicuramente particolare e delicato per l’intera Italia. Un avvenimento che segna la vita di molti giovani ragazzi che mai come quest’anno rischia di passare alla storia.

Si svolgeranno in presenza e in classe oppure no? Il dibattito è ancora aperto e nulla al momento è stato deciso. Anzi, l’Associazione nazionale presidi ha pubblicato una nota in cui si evidenziano tutte le problematiche che rischiano di far saltare l’esame di maturità in aula.

La paura del contagio sembra battere qualunque cosa e il fronte del no, nelle ultime ore, ha assunto sempre più consensi. “Tra i dirigenti, docenti e personale Ata ci sono notevoli perplessità. Pur nella piena consapevolezza del valore simbolico dell’esame – scrivono i presidi nella nota – devono essere soppesate con estrema attenzione tutte le circostanze in cui esso dovrebbe svolgersi. Va affrontato e risolto al più presto il vero problema: definire specifici protocolli di sicurezza inerenti gli strumenti, le procedure e le connesse responsabilità. Non possiamo lasciare sole le scuole e i dirigenti che ne gestiscono l’attività nel decidere come organizzarsi. Servono regole chiare e servono subito”.

Dal ministero fanno sapere che il protocollo per l’esame è quasi pronto. In questi giorni si stanno formando le commissioni ma il rischio maggiore è legato alle possibili defezioni degli insegnanti. In caso di rinuncia da parte dei prof, devono farne parte necessariamente quello di italiano e della materia di indirizzo, si attingerà ai colleghi, magari più giovani, della stessa classe. Come ultima ipotesi c’è quella di assumere supplenti ad hoc.