Non si placa la polemica intorno alla decisione di Don Michele Delle Foglie. Sull’opportunità di celebrare una Messa pubblica in sffragio del boss Sollecito, a Grumo, continua la bagarre. Nel botta e risposta tra parroco, sindaco e vescovo, s’inserisce Don Luigi Ciotti, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa e riportata dalla rivista onlie narcomafie.it

«Invitare una comunità a ricordare chi è responsabile di soprusi è un grave scandalo». Il fondatore e presidente del Gruppo Abele e di Libera è convinto che si possono «celebrare messe in forma privata», ma che il parroco di Grumo, Don Michele Delle Foglie, non avrebbe dovuto invitare la comunità – a maggior ragione con un manifesto funebre – alla messa di suffragio in ricordo di Rocco Sollecito, presunto boss della ‘ndrangheta e collegato, secondo gli inquirenti, alla famiglia Rizzuto.

Don Luigi Ciotti ha poi ricordato che «la violenza è incompatibile con il Vangelo» e che la Chiesa deve sempre schierarsi nettamente contro le mafie: «Oggi la Chiesa è consapevole, tranne eccezioni, che fedeltà al Vangelo significa anche “interferire”, parlare chiaro, dire no alle mafie e a chi alle mafie presta il fianco, di conseguenza impegnarsi per la libertà delle persone, calpestate da mafiosi e corrotti. Chi denuncia oggi non è più solo, a maggior ragione dopo le parole dei Papi».

«Mafiosi, convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio», aveva detto Giovanni Paolo II. Più duro è stato Papa Francesco, parlando di scomunica quando si è riferito ai mafiosi.