Giuseppe Volpe, procuratore di Bari, interviene nel dibattito sugli “esiti recenti di alcuni procedimenti penali concernenti imputati eccellenti” e lancia una frecciata al governo centrale. Volpe, in una lettera inviata questa mattina ai giornali locali, ricorda che “le assoluzioni, eccellente o meno che sia il rango dell’imputato, non possono/non debbono suscitare scandalo. Scandalosi, piuttosto, sono i tempi con i quali si perviene alle sentenze”.

I tempi, più che i risultati. I vuoti negli organici del personale amministrativo, più che i nobili ranghi degli imputati. D’altronde, occorre sempre tenere a mente, secondo il procuratore, “il ruolo chiave assegnato dalla legge al processo”, nell’intento di pervenire ad “una decisione, che può essere di condanna, ma anche, non meno fisiologicamente, di assoluzione”.

L’attenzione va dunque concentrata su altro. Lo scandalo risiede nel dislivello creatosi fra “impegno di ciascuno a livello locale e disimpegno pressochè totale del governo centrale”. Un organico così carente non può permettersi di affrontare un simile carico di lavoro. “La procura barese – sottolinea Volpe – iscrive annualmente in totale oltre 50mila procedimenti penali (si ricordi che ha anche competenza distrettuale per reati di particolare gravità, forieri di indagini complesse, soprattutto in terra di Capitanata) ed è impegnata assai attivamente nel contrasto alla criminalità organizzata”.

Fra il 2003 e il 2016 si è passati da 27 a 33 magistrati; nello stesso periodo di tempo, il personale amministrativo si è ridotto, scendendo dalle 149 alle 133 unità attuali. Risultato inevitabile -conclude il procuratore barese- “è che il lavoro celermente smaltito dai magistrati si blocca sulle scrivanie in gran parte vuote dei nostri collaboratori”. Da lì, l’imbuto che “impedisce la celere definizione dei processi in quella che dovrebbe essere la sede propria, dinanzi ai giudici, in tempi celeri” e l’impossibilità di celebrare un alto numero di processi ” a causa della mancanza di aule di udienza e di fondi di retribuzione”.