Si preannuncia una settimana dai lunghi coltelli per la cultura barese. La bozza di regolamento che l’assessore alle Culture del Comune di Bari, Silvio Maselli, ha reso nota a mezzo stampa, chiedendo addirittura suggerimenti per migliorarla, non è quella licenziata dal tavolo tecnico messo in piedi per dare un senso di democrazia all’operazione. Stravolta, rivista e corretta in modo da scatenare le ire di tutti gli attori della cultura barese, non solo di quelli esclusi dalla fase di concertazione. Riunioni, convocazioni, battibecchi e prese di posizione inutili per arrivare alla stesura di un aborto. La bozza, per fare una metafora, è identica a una banconota da 300 euro.

Per ora si tratta di indiscrezioni, ma arrivate da fonti più che attendibili. Sulla faccenda si sarebbe già espressa in maniera categorica la Cgil e tutto il tavolo tecnico avrebbe chiesto e ottenuto a parole da parte dell’assessore Maselli la rassicurazione di un ulteriore temporeggiamento. Il regolamento per l’assegnazione dei contributi culturali, fermo al 1999, così com’è dopo essere passato dai Municipi, ma soprattutto dopo l’intervento della politica proprio non va, inasprendo gli animi.

Non entreremo nel dettaglio, per quello ci sarà modo e tempo nei prossimi giorni. Le questioni che hanno fatto sobbalzare i protagonisti della discussione dalla sedia sono di natura tecnica, am anche di natura politica. Praticamente una chiavica. A venir meno, infatti, è proprio il concetto della trasparenza. È sparita l’idea dell’istituzione di un albo. Pare fosse sparito e poi reinserito anche l’osservatorio. Un albo che potesse contribuire a una gestione senza trucchi e al tempo stesso a snellire le complicate fasi burocratiche per la presentazione dei documenti necessari per l’accesso al contributo.

In definitiva, dopo la bagarre sollevata dal gruppo “Appello alla cultura per Bari” e la spaccatura di quel gruppo in almeno altre due “fazioni”, Maselli avrebbe messo in piedi un finto esercizio di democrazia partecipata, successivamente baipassata a dovere. Un atteggiamento che in tanti dei protagonisti giudicano intollerabile.

Maselli, dopo varie tiritere e accuse neppure troppo velate nei confronti di quanti rivendicavano una maggiore partecipazione, alla fine aveva deciso di dar vita al “benedetto” tavolo tecnico con le rappresentanze dei lavoratori, di alcuni lavoratori. I sindacati, l’Agis, il distretto Puglia Creativa e, non si sa ancora per quale ragione, il Teatro Pubblico Pugliese. Per alcune settimane questi soggetti hanno lavorato alla bozza, rivelatasi poi pesantemente difforme dall’originale.

Tra le contestazioni anche la facoltà lasciata all’assessore di turno di poter avere a disposizione un fondo del 10% (più di quanto inizialmente previsto). Si parla di 200mila euro rispetto al malloppo complessivo di 2 milioni di euro l’anno, da utilizzare in deroga al regolamento. E su questo pare che l’assessore non voglia proprio sentire ragioni. Pensate che l’anno scorso tutte le manifestazioni culturali valsero 250mila euro.

I componenti del tavolo torneranno a riunirsi la prossima settimana, prima di incontrare nuovamente l’assessore Maselli per sottolineare l’inammissibile atteggiamento e ciò su cui proprio non si può trattare. Tra i punti scottanti c’è quello di progetti triennali. Il tavolo aveva proposto di prendere in considerazione solo quelli con un valore complessivo di 450mila euro, tenendo conto, come si fa nel resto d’Europa delle giornate lavorative, del numero di spettacoli e di altri fattori. La frittata è stata rivoltata, tanto da creare il dubbio che si stia lavorando per favorire qualcuno. Adesso a rendere il progetto triennale valutabile non è l’importo, ma sono i bilanci dell’ultimo triennio del soggetto proponente, che non possono essere inferiori a 600mila euro. Roba per pochi, pochissimi.

I temi sono tanti e tutti molto scottanti. Il rischio che si corre è quello di approvare un regolamento senza l’accordo con le parti sociali. Sì, perché ormai siamo al faccia a faccia. O dentro o fuori. Cadrebbe tutto il criterio della trasparenza annunciato alla stampa in prosa e in musica, per consegnare nelle mani del gestore di turno la possibilità di decidere importi, tempi e modalità.