«Non faccia il mio nome, glielo chiedo per cortesia. Non ho ancora deciso cosa farò domani, se partecipare o evitare di beccarmi un’inutile umiliazione, sapendo che ormai i giochi sono fatti». L’aspirante corista non è di Bari. Dopo i risultati della selezione per mezzisoprani avvenuta oggi, è indignata e continua a ripetere: «Vergogna, vergogna. Lo sapeva l’Italia intera che sarebbe andata a finire così». Le aspiranti coriste intervistate questa mattina erano fiduciose. Neppure la presenza in commissione del maestro del coro del Petruzzelli, Franco Sebastiani, unico membro interno della Fondazione, era riuscita a distruggere il sogno di un prestigioso lavoro a tempo indeterminato. Persino noi eravamo caduti nella trappola, convinti che l’aver potuto girare liberamente nei locali del Redentore, con la telecamera e il microfono, fosse da solo il segnale di un radicale cambiamento.

Ed ecco il risultato. Le prime cinque classificate, quelle assunte a tempo indeterminato, sono le cinque coriste uscenti, entrate tre anni fa ai tempi del contestato concorso con assunzione triennale voluto dal commissario Carlo Fuortes: Michela Arcamone, Teresa Caricola, Concetta D’Alessandro, Francesca Lanzolla, Stefania Lenoci. Riconfermate anche le tre aggiunte: Serena Scarinzi, Daniela Salvo, Emanuela Capece. Peccato per tutte le altre 18 aspiranti, arrivate anche da lontano per non perdere l’occasione.

«È stato chiaro – spiega chi ha assistito alle selezioni – che la giuria abbia deciso di andare sul sicuro premiando le uscenti. Forse i punteggi sono stati più alti e a qualcuna delle candidate andava data la possibilità di giocarsi la chance fino alla fine. Fermo restando che alcuni verdetti sono incontestabili». Niente nomi neppure in questo caso, perché il momento è delicato. I sindacati sono spaccati e se le suonano vicendevolmente di santa ragione. L’ipotesi, sempre meno campata in aria, è che ci sia stato qualcuno che abbia voluto tenere il profilo basso, mancando di pubblicizzare adeguatamente il concorso.

Non fossimo intervenuti, la vita dei millantatori di certezze e posti di lavoro “sicuri” sarebbe stata ancora più facile. Via Franco Sebastiani dalla Commissione. Può essere stato solo un caso quello di oggi, una coincidenza, ma chi ha diretto per tre anni il coro del Petruzzelli e magari si è affezionato a qualcuno dei suoi coristi, non può essere chiamato a giudicare. È in ballo un lavoro a tempo indeterminato, non qualche chiamata di tanto in tanto. Bisogna dare a tutti la stessa chance. In altri teatri il maestro del coro siede in Commissione, ma il Petruzzelli non è un altro teatro e il suo recente passato deve essere cancellato quanto prima.

Se non si torna indietro adesso si avrà per sempre il sospetto di aver fatto tutto in fretta e furia perché i giochi erano già fatti. Se non si cambia adesso, avrà vinto ancora una volta chi pensa che il Petruzzelli è roba sua. A scanso di equivoci non prendetela come una cosa personale, non sentiate messa in discussione la professionalità, ma il teatro è di tutti e merita assoluta trasparenza. Con o senza sipario il modo per stonare c’è sempre. Il risultato della finale pare non sia contestabile, ma c’era qualcuna delle candidate che avrebbe meritato di giocarsi le sue carte in quella finale. Mai come in questo caso non sono ammesse stonature.