Dopo quasi vent’anni si chiude il contenzioso civile e amministrativo tra le ex Case di cura riunite e l’Istituto Tumori di Bari. Una transazione di poco più di 11 mln di euro (11.091.353,63) di cui 3 milioni a carico dell’Istituto e 8 pagati dalla Regione. Nelle stesse ore l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico barese ha avuto il riconoscimento ufficiale della proprietà della nuova sede di Viale Orazio Flacco.

Tre erano le ragioni della contesa. La richiesta danni da parte di Ccr per il mancato rilascio dell’immobile della Mater Dei, in cui era ospitato l’Istituto Tumori. Il rimborso delle prestazioni sanitarie e dei canoni di locazione che dopo il “crac” non furono pagati. E la richiesta dell’Istituto Tumori a Ccr della restituzione di quasi 11 milioni di euro di crediti pignorati per l’esecuzione di un lodo arbitrale annullato in Cassazione.

«È un momento storico per questo Istituto – dice il direttore generale prof. Antonio Quaranta – abbiamo chiuso una vertenza che pesava come un macigno sulle nostre casse. Avere poi una sede di proprietà significa essere solidi economicamente e potersi dedicare serenamente alla nostra missione: la cura e la ricerca sul cancro».

La legge costitutiva degli IRCCS individua infatti nella proprietà della sede uno dei requisiti primari per il riconoscimento del  “carattere scientifico”, che significa avere diritto a un finanziamento statale (che va ad aggiungersi a quello regionale) finalizzato esclusivamente allo svolgimento della attività di ricerca.