Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, scrive alla Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici, spezzando una lancia in favore dei murales di Ozmo e Sam3. Dopo la richiesta della Soprintendenza di rimuovere i graffiti, il primo cittadino scende in difesa di queste opere, ritenendole un valore per la città.

Il sindaco Antonio Decaro, in risposta alla nota della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, ha scritto alla direttrice Maria Carolina Nardella per chiederle di consentire la permanenza dei murales realizzati dagli artisti Ozmo e Sam3 nell’ambito del progetto di arte urbana “Fresh Flaneur” su porzioni di immobili sottoposti a tutela dal Codice dei beni culturali (rispettivamente la parete curva del sottopasso di via Quintino Sella e il timpano di uno dei fabbricati della Caserma Rossani).

La richiesta del sindaco è motivata dalla qualità delle opere a firma di due degli street artists più apprezzati del panorama contemporaneo e dalla crescente attenzione che istituzioni pubbliche e private stanno mostrando nei confronti del graffitismo, forma d’arte riconosciuta,oggi ampiamente quotata nel mercato internazionale, come testimoniato dalla recente scelta della Soprintendenza di Pisa di sottoporre a vincolo il murales “Tuttomondo” dello statunitense Keith Haring.

Nello specifico le due opere presentano una particolare valenza simbolica legata alla città di Bari, con l’omaggio al culto nicolaiano offerto dai tre San Nicola di Ozmo e le figure umane di Sam3 che si accalcano per scomparire nel timpano di uno degli edifici della Rossani, in un movimento d’ombre di grande effetto.

“La rimozione dei murales richiesta dalla Soprintendenza – dichiara il sindaco Decaro – priverebbe la città di opere che non solo hanno un valore intrinseco, ma che ormai sono entrate a far parte dell’immaginario comune. Da tempo le città di tutto il mondo si aprono alla creatività degli street artists cui affidano il compito di cambiare, letteralmente, il volto di luoghi in disuso ma anche di spazi di rappresentanza pubblica, come è accaduto alla Bibiloteca nazionale di Parigi sulla quale campeggia la grande opera tridimensionale e di Jr. Bari crede in questo modello di arte urbana diffusa”