È un debito fuori bilancio di quasi 2 milioni e cinquecentomila euro che Antonio Decaro aveva annunciato che avrebbe richiesto alla Regione Puglia. I soldi, invece, sono saltati fuori dalle pieghe del Bilancio Comunale e adesso andranno a saldare un debito che risale al 2013, quando, solo a Bari, sono arrivati 390 fra minori non accompagnati, gestanti e madri con figli minori.

Felicissimo, ovviamente, l’ex assessore al Welfare Ludovico Abbaticchio, che oggi guarda con particolare soddisfazione a quanto sta facendo o potrà fare la sua successora, nonchè pupilla politica, Francesca Bottalico.

Felicissime ovviamente anche le Cooperative e le altre Istituzioni-aziende che hanno accolto, nutrito, istruito, assistito le 390 persone sbattute dalla vita e dalle vicende drammatiche internazionali a finire nelle nostre così poco ospitali lande: si tratta infatti di profughi, migranti, di quelli che vediamo quotidianamente rischiare la vita per lasciarsi alle spalle guerra, disperazione, miseria, torture.

Sarà la prima delibera che sarà posta in approvazione del Nuovo Consiglio Comunale, prima ancora che Antonio Decaro possa pronunciare il proprio discorso programmatico, importante senza dubbio perchè Bari, a livello nazionale, è fra le città migliori per quanto riguarda questo genere di servizio.

Due milioni e mezzo di euro che andranno divisi fra ben 24 soggetti, di cui molte cooperative: ma ci sono anche alcuni istituti religiosi o associazioni di chiara ispirazione cattolica. Tutti hanno realizzato “interventi non differibili e non programmabili”, che in italiano corrente significa che hanno lavorato in emergenza e per l’emergenza.

Colpiscono due cose: la velocità con cui questa delibera viene messa all’approvazione e la persona che è stata individuata da Antonio Decaro per occuparsi di Welfare. Francesca Bottalico, infatti, è una vera e propria Boss del welfare cittadino: ha collaborato da sempre con la Fondazione Giovanni Paolo II di Bari (Quartiere San Paolo), attorno alla quale si sono consorziate decine e decine di cooperative sociali. Grazie a lei, per anni, il welfare cittadino, il sistema del Terzo Settore e quindi il lavoro di centinaia di addetti e addette, hanno avuto uno sviluppo straordinario.

E’ un peccato, adesso che l’hanno nominata Assessore,  non poter più lavorare con la stessa intensità e impegno per la Fondazione Giovanni Paolo II, da cui deve essersi dimessa se non vuole incorrere nel più clamoroso dei conflitti di interesse che si possano immaginare.

Una risorsa preziosa per la città e per la regione che ora certamente dovrà guardare con occhio equanime a tutte le esperienze di assistenza e dovrebbe poter lavorare seriamente per la ricostruzione del welfare pubblico, che a Bari è molto deficitario, a cominciare dalla scarsità di assistenti sociali, home makers, assistenti domiciliari e così via.

Forse nominare un’assessora esclusivamente politica e lasciare un’ottima tecnica come la Bottalico al suo posto, sarebbe stato molto più produttivo e meno foriero di sospetti e malanimi, per esempio fra tutte quelle realtà del sociale che non si rifanno, religiosamente o politicamente, al gruppo Abbattcchio-Lacarra, di cui la Bottalico è espressione.