di Gianpietro Occhiofino

«È impossibile rimanere in silenzio davanti a questi crimini. Non si può giustificare minimamente l’aggressione militare di Israele, da cosa devono difendersi? Chi tollera il ricorso alle armi da parte del governo di Netanyah è anche lui complice di un crimine. Israele non ha il diritto di difendersi occupando territori palestinesi, deve abbandonare quei luoghi e riconoscere la possibilità per il nostro popolo di realizzare uno stato indipendente». Esordisce cosi Taysir Assan, esponente della Comunità Palestinese di Puglia e Basilicata, da noi raggiunto telefonicamente.

Anche la nostra “ terra” si mobilita per la risoluzione dell’ attuale crisi medio-orientale. Oggi, alle 18.00, in Piazza Prefettura, si terrà un presidio regionale in solidarietà con la popolazione palestinese. «È molto importante, in questo momento, esprimere piena e incondizionata vicinanza alla gente di Gaza, vittima di una brutale e ingiustificata rappresaglia», aggiunge Assan. Un’iniziativa con la quale si chiederà la fine immediata dei bombardamenti, lo stop alla “farsa mediatica che propaganda la politica israeliana”, “ il boicottaggio e disimpegno economico con il regime dell’apartheid israeliano”, oltre che “vita, terra e libertà per il popolo palestinese”, si legge nell’appello.

Dall’8 luglio, data d’inizio dell’operazione militare “Protective Edge”, il governo israeliano ha bombardato più di 950 volte la Striscia, abbattendo, così, oltre 120 case e violando, in questo modo, l’articolo 52 del Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali. Norma, questa, che sancisce l’impossibilità per i beni di carattere civile di essere oggetto di attacchi o rappresaglie.

L’intervento militare, posto in essere dal premier Netanyahu, ha già provocato più di 200 vittime. Tra loro 30 minori, 16 donne, 15 anziani e un giornalista, oltre il ferimento di 1.200 persone. Dall’altro lato il lancio dei razzi da Gaza, secondo il Magen David Adom, servizio emergenza nazionale israeliano, ha causato 123 feriti, di cui uno in gravi condizioni e nessuna uccisione. L’iniziativa è partita dai social network e nel giro di pochissimo tempo si è rapidamente diffusa. A promuoverla, si legge nel comunicato, sono la Comunità Palestinese di Puglia e Basilicata e il Comitato Talamon Filasin di Bari. Numerose anche le adesioni da parte dell’area dell’associazionismo di base e dei sindacati non confederali.