Il 2 gennaio Carlo Fuortes invia una lettera a Cgil, Cisl, Uil e Cisal. Si tratta di una convocazione per il giorno 7 gennaio, alle ore 9.30, con il seguente ordine del giorno: Legge 7 ottobre 2013 n. 112. Per un attimo mettiamo da parte le diverse visioni dei sindacati sulla gestione commissariale e sul futuro incerto del teatro – anche grazie alla gestione commissariale – e proviamo a capire a che titolo Carlo Fuortes (tra l’altro sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, amministratore delegato del Parco della Musica di Roma, presidente di una società che fornisce servizi anche al ministero che lo ha nominato) li abbia convocati. A tal proposito ci facciamo aiutare dalle leggi, iniziando proprio dalla n. 112 del 7 ottobre 2013 (più semplicemente nota come “legge Bray”, nata per salvare le Fondazioni in difficoltà economiche e “penalizzare quelle sane come il San Carlo”, così ha detto ieri il sindaco di Napoli Luigi De Magistris).

L’art. 11, comma 9, punto a) della norma dice così: che la fondazione interessata, entro 30 giorni dalla nomina del Commissario straordinario, comunichi al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e al Ministero dell’economia e delle finanze l’avvio della negoziazione per la ristrutturazione del debito della fondazione che prevede uno stralcio del valore nominale complessivo del debito stesso, omprensivo degli interessi maturati e degli eventuali interessi di mora, esistente al 31 dicembre 2012, nella misura sufficiente ad assicurare, unitamente alle altre misure di cui al comma 1, la sostenibilità finanziaria del piano di risanamento, gli equilibri stutturali del bilancio della fondazione, sia sotto il profilo patrimoniale che economico-finanziario, nonché l’avvio delle procedure per la riduzione della dotazione organica del personale tecnico e amministrativo nei termini di cui al comma 1, lettera c).

Il commissario straordinario a cui fa riferimento la legge, quello chiamato a risanare con circa 100 milioni di euro le fondazioni lirico-sinfoniche, è Pier Francesco Pinelli, un ingegnere idraulico molto bravo che ha speso la sua carriera tra Eni ed Erg. Pur sempre un ingegnere idraulico. Lo diciamo giusto a beneficio di quei pochi che ancora non lo sanno. Facciamo qualche calcolo senza mai perdere d’occhio ciò che dice la legge. Pinelli è stato nominato supercommissario il 21 novembre 2013. Le domande per accedere al credito si possono presentare entro 30 giorni dalla data di nomina del supercommissario. Scrivete.

Prima di continuare con il nostro “gioco”, prendiamo in esame un’altra legge (il decreto legge 16 maggio 1994, n.293, convertito con modificazioni nella legge 15 luglio 1994, n.444 – Disciplina della proroga degli organi amministrativi). L’art. 3 recita: 1. gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine di cui all’articolo 2, sono prorogati per non più di 45 giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo; 2. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili con indicazione specifica dei motivi di urgenza e indifferibilità; 3. Gli atti non rientranti fra quelli indicati nel comma 2, adottati nel periodo di proroga, sono nulli.

Torniamo a noi. La prorogatio del commissariamento al Petruzzelli è scaduta il 30 novembre. A che titolo, dunque, Fuortes convoca i sindacati per parlare di accesso alla legge Bray? Non solo. Il debito a cui si fa riferimento per richiedere l’accesso al risanameno è quello del 31 dicembre 2012. A quella data qual’era il debito del Petruzzelli? Non aveva, al contrario, un avanzo di 64mila euro, pubblicizzato in prosa e in musica su ogni dove? Fuortes, affinché la richiesta di accesso alla legge 112, non risulti nulla, deve aver preparato tutto tra il 21 e 30 novembre, data di scadenza della proroga dei 45 giorni. Dal primo dicembre non avrebbe facoltà di firmare alcun atto in nome e per conto della Fondazione, a meno di quelli – espressamente specificati – urgenti e indifferibili. Fino a quel momento Fuortes non sapeva ufficialmente che il Comune gli avrebbe guastato le feste, dandogli solo 200mila euro.

L’altra tesi, quella evidentemente sostenuta anche dal ministro Bray, che continua a essere ufficialmente silente sulla questione, è:  essendo la fondazione un ente pubblico di diritto privato, la prorogatio potrebbe continuare all’infinito. Abbiamo chiesto pertanto un parere a un esperto di diritto amministrativo. Ecco la sua risposta: “A mio parere questa tesi non appare condivisibile per una stringente considerazione giuridica. Alla figura soggettiva dell’organismo di diritto pubblico si affianca quella della cosiddetta impresa pubblica, nei cui confronti i poteri pubblici possono esercitare, direttamente o indirettamente, un’influenza dominante perché ne sono proprietari, vi hanno partecipazione finanziaria, o in virtù di norme che disciplinano le imprese in questione (cfr. Dir. 2006/111/CE; D.Lgs. 163/2006, art. 3, comma 28). Per poteri pubblici la direttiva europea chiarisce che s’intendono tutte le autorità pubbliche, compresi lo Stato, le amministrazioni regionali e locali e tutti gli altri enti territoriali. Credo che in tale fattispecie rientri il Petruzzelli, sicché ad esso deve ritenersi doverosamente applicabile il regime generale sulla prorogatio che, seconda la normativa vigente, non può dilatarsi oltre il termine dei 45 giorni. Caso mai, la questione da approfondire sarebbe quella relativa alla natura degli atti compiuti dal primo dicembre in poi. Certamente essi non si appalesano come di ordinaria amministrazione e resterebbe da apprezzarne la indifferibilità e l’urgenza”. Sì, ma chi ne appalesa indifferibilità e l’urgenza?

Se avesse fatto richiesta di accesso alla legge Bray tra il 21 e il 30 novembre, dunque, Fuortes avrebbe compiuto un atto grave. Avrebbe fatto tutto senza avvisare i Soci e i sindacati, che covoca il 7 gennaio per metterli a conoscenza di una circostanza che, invece, doveva essere discussa con largo anticipo ,come ha fatto il commissario Bianchi per il salvataggio del Maggio Fiorentino. Riunioni fiume andate avanti fino a tarda notte. In questo modo i sindacati baresi non avrebbero neppure il tempo di leggerlo il piano di risanamento, dovendo essere presentato entro il 9 gennaio. A che titolo il commissario ha firmato quella convocazione? A leggere le leggi non rappresenterebbe più la Fondazione da primo dicembre. Secondo alcune indiscrezioni che trapelano da via Dante 25 (la sede degli uffici amministrativi della fondazione, il luogo scelto per il faccia a faccia), pare che Fuortes non sarà presente, lasciando la patata bollente al ragionier Vito Longo, il direttore amministrativo dell’ente lirico-sinfonico barese. La situazione al Teatro dell’Opera di Roma è davvero esplosiva. Fuortes non ha avuto da subito feeling con i sindacati della Capitale che, adesso, minacciano di mandargli all’aria la stagione e l’importante trasferta giapponese. Altre gatte da pelare, evidentemente più importanti del futuro del Petruzzelli. Ecco altre risposte alle quali vorremmo tanto una risposta. Ovviamente restiamo a disposizione di chiunque volesse intervenire. Non siamo La Repubblica o Il Corriere del Mezzogiorno commissario, lo sappiamo, ma anche le nostre decine di migliaia di lettori vorrebbero sapere.

Non resta che aspettare, ancora una volta. Il 7 gennaio, alle 9.30, Fuortes ci sarà? E a che titolo siederebbe a quel tavolo, in qualità di commissario in proroga del commissario con la proroga scaduta? Quale sarà la posizione dei sindacati? Vi terremo informati.