Respinto. La Corte dei Conti, sezione centrale di controllo, ha negato il visto e la registrazione del progetto facente parte del “Programma raddoppio ferroviario Napoli-Bari”. Motivo?La delibera approvata dal CIPE, comitato interministeriale programmazione economica, presenta forme non lievi di illegittimità.

I lavori al centro del documento CIPE riguardano il percorso dei binari nel segmento Cancello-Frasso Telesino. Ricompreso dentro la variante Napoli-Roma Comune di Maddaloni. Inserito all’interno del Piano di riqualificazione e sviluppo itinerario ferroviario Napoli-Bari-Lecce-Taranto. Il costo generale delle opere ammonta a 6.877 milioni di euro appetto di risorse disponibili pari a 2.269 milioni.

Secondo i magistrati si riscontrano  contraddizioni sulle poste contabili e relative procedure. Ad esempio: il progetto è articolato in due lotti funzionali mentre la cronologia finanziaria e il quadro economico si riferiscono ad un’unica opera. Soprattutto, l’atto vidimato dai membri del CIPE fa emergere disponibilità per 730 milioni di euro, di cui 430 milioni derivanti “ …da altre fonti statali”.  Ebbene su quest’ultima cifra monetaria la Corte evidenzia perplessità in merito alle diverse vedute(e pratiche) tra Ministero dell’Economia e Finanze, Dipartimento Programmazione Economica e Rete Ferroviaria Italiana spa. Tra l’altro, risultano scarsamente valutati i tempi di esecuzione dell’intervento.

Ritenute non soddisfacenti dai giudici le risposte, ai quesiti sollevati, fatte pervenire dalle Amministrazioni statali competenti. In particolare, quelle inerenti le fonti di finanziamento a copertura dell’intero importo necessario alla costruzione del tragitto ferrato. Pertanto la Corte ritiene doveroso, ricusando il via libera all’incarto progettuale firmato dal CIPE, bloccare l’eventuale “programmazione rovesciata”. Vale a dire: il rosario italico senza fine di inizio, sospensione e abbandono di infrastrutture pubbliche. E conseguente sperpero di denaro. Meno male che c’è un Giudice a Roma. Il referto della Corte dei Conti è sottoscritto dal presidente Simonetta Rosa e dal relatore Maria Mezzapesa.

Nino Sangerardi