È stato il presidente della “Fondazione centro studi Aldo Moro” Luigi Ferlecchia,  a prendere per primo la parola, ricordando l’importanza degli atti compiuti da Moro e dei 5 uomini della scorta che, il 16 marzo del 1978, persero la vita mentre il presidente della DC veniva preso in ostaggio.

Ferlecchia sottolinea anche il sacrificio di Moro, che rappresenta il prezzo da pagare per la democrazia stessa. Democrazia appunto, come la frase a lui cara, scritta sotto il suo busto nella piazza: “Questo paese non si salverà. La stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”. Parole che oggi, con i tumulti politici, riecheggiano ancora più forti.

Un giorno, questo 9 maggio, che è ormai da anni per i baresi un modo per ricordare Aldo Moro, ma che è anche diventato il giorno dedicato a tutte le vittime del terrorismo. Tuttavia, il sindaco Emiliano ha sottolineato anche l’importanza di preservare il ricordo di Moro e la sua memoria, perché è stato un vero precursore, uno che sapeva vedere lontano.

Anche il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna ha parlato ai presenti, ricordando le impronte lasciate da Moro nella sua Puglia, con un omaggio particolare agli uomini della scorta che per e con lui hanno dato la vita per l’Italia: maresciallo Oreste Leonardi, l’appuntato Domenico Ricci, vice brigadiere Francesco Zizzi, e gli agenti Raffaele Iozzino e Giulio Rivera

Foto di Leo Magarelli

 

09 maggio 2012

Valentina Piccoli