Nel suo rendiconto annuale della stagione 2012/2013 il Bari non può superare il tetto ingaggi dei calciatori per 4,5 milioni di euro. Per continuare a sopravvivere la società guidata dal dg Garzelli  si serve dei 4 milioni provenienti dalla Serie B,  dei diritti televisivi e dei vari accordi commerciali con gli sponsor.

 

Le conseguenze pratiche sono l’impossibilità di investire sul calciomercato, la gestione a dir poco precaria del terreno di gioco e del San Nicola, il prezzo scontato dell’abbonamento. Sugli spalti a Bari-Cittadella erano presenti 367 paganti a cui vanno aggiunti i 2815 abbonati. Ma anche in città, in molti pub di piazza Ferrarese e Mercantile gli occhi erano puntati sulle partite di serie A di Juventus e Fiorentina.

Quindi, una volta accertata la sfiducia dei baresi si può continuare ad aspettare un vero rilancio del calcio che coinvolga nuovi investitori, con progetti a lungo termine. Ma in Puglia, guardandosi attorno, ci sono altri club che vivono un periodo discendente della propria storia con il Lecce in LegaPro per lo scandalo del calcioscommesse, Taranto e Foggia in serie D per il fallimento della società.

Ma nel frattempo bisogna affidarsi ai calciatori che indossano la maglia  biancorossa. Tra conferme e nuovi arrivi la squadra di Torrente sembra poter competere nel campionato di serie B, specialmente per il livello mediocre dei team avversari. Quindi facciamo il tifo per Caputo, Bellomo e Lamanna. Qui a Bari si vive alla giornata.

I calciatori del Bari si allenano nel centro di Bari per riaccendere la passione dei tifosi.

29 agosto 2012

Daniele Leuzzi