Con l’arrivo dell’inverno assisteremo ad una recrudescenza della dermatite allergica e/o irritativa delle mani nelle casalinghe. Infatti, se è vero che in estate la sudorazione facilita l’assorbimento delle sostanze allergizzanti da contatto, in inverno il freddo ed il vento, sommandosi all’azione irritativa dei detersivi e degli altri aggressivi chimici comunemente utilizzati per le faccende domestiche, nonché al caldo delle abitazioni spesso surriscaldate, comportano uno stress della cute che induce uno stato di secchezza e la comparsa di fessurazioni (ragadi) che permettono una maggiore penetrazione di materiale allergizzante. Una delle categorie di lavoratori a più alta incidenza di sensibilizzazione ai materiali di uso corrente, e fra questi in primis al nichel, è sicuramente rappresentata dalle casalinghe che, a tal proposito, meriterebbero di vedere riconosciuto il problema quale malattia professionale (con tutte le conseguenze assistenziali e pensionistiche).

La dermatite allergica da contatto delle mani è una patologia invalidante per la quale solo recentemente, e solo per il nichel, si è avuta la possibilità di ricorrere alla iposensibilizzazione (ma con molti limiti) e per la quale, oltre le terapie locali capaci di controllare temporaneamente la sintomatologia, vi è solo la prevenzione a poter dare un qualche risultato. Fare prevenzione significa evitare qualsiasi forma di contatto con l’elemento allergizzante, ma ciò per il nichel è pressoché impossibile. Infatti, il nichel è un elemento chimico (numero atonico 28, simbolo Ni) presente, in quantità variabile, praticamente in tutti gli organismi animali e vegetali ed in gran parte dei prodotti industriali di uso comune quali: oggetti metallici di abbigliamento (orecchini, collane, ganci, bottoni, spille, chiusure lampo, bracciali d’orologio, ecc.) monete, protesi, utensili da cucina o da lavoro, oggetti vari di metallo (chiavi, accendini, occhiali, posate, ecc.), coloranti ed arriccianti per ciglia e capelli, detersivi, leghe d’oro, argento ed altri metalli, insetticidi, fungicidi, cere per scarpe, mordenzanti tessili, ceramiche, oli, vernici ad acqua. Inoltre, essendo frequente la presenza contemporanea di Nichel e Cromo (numero atomico 24, simbolo Cr) nello stesso prodotto, è necessario evitare il contatto anche con cemento; oggetti in cuoio (guanti, marocchino del cappello, scarpe, ecc.); oggetti cromati; vernici; inchiostri; resine; matite e penne colorate; soluzioni per fotoincisione, litografia e stampa; sbiancanti; candeggianti; ossidanti; caustici; profumi; antisudorali; fiammiferi; cere per scarpe; porcellane; fiori artificiali; mordenzanti tessili;antiruggine; carta da parati; carta moneta; oli minerali; alcune materie plastiche.

Ma il nichel, come si è già detto, è presente anche negli alimenti per cui è da evitare sia il contatto diretto, ad esempio durante la loro preparazione, sia l’assunzione orale. Dunque, è bene evitare l’assunzione di Arachidi, Aringhe, Asparagi, Birra, Cacao, Carote, Cibi in scatola, Cioccolato, Cipolle, Crackers, Crostini, Fagioli, Farina di grano integrale, Farina di mais (polenta), Fette biscottate, Focacce, Funghi, Gelato industriale, Lattuga, Lenticchie, Legumi, Lievito artificiale, Mandorle, Margarina, Nocciole, Ostriche, Pera, Piselli, Pomodori, Pop corn, Prugne, Rabarbaro, Riso e farina integrale, Spinaci, Thé, Uva passa, Vino. In alternativa si possono assumere, in modica quantità: cavolo, cavolfiore, cetrioli, lattuga, caffè, farina OO, frutta (tranne quella citata in precedenza), marmellate, olio di oliva, riso brillato, uova, mentre si possono assumere liberamente: burro, formaggi, latte, yogurt, patate, pollame, tutte le carni, pesce (tranne aringhe ed ostriche).

Tornando al problema prevenzione, è bene ricordare che la quantità di nichel presente negli alimenti non viene modificata dalla cottura, anzi può essere aumentata per estrazione di questo metallo dai recipienti impiegati. Una valida alternativa è rappresentata dall’utilizzo di pentole in acciaio inox. Circa la protezione delle mani (che vanno sempre e comunque protette) durante l’attività domestica come preparare i cibi, lavare le stoviglie, lucidare i mobili, lavare i pavimenti, ecc., ma anche caricare e scaricare la lavatrice e/o la lavastoviglie (ad evitare il contatto con i detersivi), essa va effettuata mediante l’uso di guanti in polietilene da indossare già prima di aprire i contenitori. I guanti in polietilene sono da preferire a quelli di gomma in quanto questi ultimi possono a loro volta indurre sensibilizzazione allergica. I guanti, sotto i quali possono essere indossati guanti in cotone bianco, vanno tenuti in sede per 15-20 minuti ad evitare eccessiva sudorazione e quindi macerazione delle mani, alternando lavori che prevedono l’impiego di detersivi o altri aggressivi chimici con lavori meno traumatizzanti.

L’elevata frequenza della allergia al nichel ha indotto il legislatore a stabilire per legge la quantità di nichel che può essere presente in leghe metalliche, materiali di uso corrente, ecc. Ciò spiega, ad esempio, il motivo per cui i monili in oro (giallo o bianco che sia) prodotti negli ultimi anni, contrariamente all’oro vecchio, necessitano di frequente lucidatura e sono generalmente ben tollerati nei soggetto nichel-sensibilizzati. D’altra parte l’industria da alcuni anni, già prima delle norme legislative, ha iniziato a produrre bigiotteria, strumentario sanitario quale quello destinato agli odontoiatri, pellame, cosmetici, ecc., privi di nichel.

Michele Lomuto
Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.