Fa ancora discutere la morte di Francesco D’Ambrosio, il 31enne di Torre a Mare coinvolto in un incidente stradale sulla ss16 mentre era in sella alla sua bici. Venerdì scorso il giovane papà andava al lavoro quand’è stato colpito – stando alla prima ricostruzione – dall’auto condotta da una 69enne risultata positiva all’acol test.

La notizia ha creato indignazione, al punto che qualcuno si è lasciato andare a pesanti offese nei confronti della ex professoressa. Nell’immaginario collettivo in questa vicenda si è fatta strada l’idea della vittima e del carnefice, per di più ubriaco al volante.

C’è un elemento che fa molto riflettere. Dal momento dell’incidente, avvenuto nel pomeriggio intorno alle 16.30, a quello in cui la donna è stata sottoposta all’alcol test sarebbero passate circa 4 ore. La Polizia si sarebbe presentata a casa subito dopo che la donna aveva cenato. Pare che la curva del tasso alcolemico nel sangue – il test è stato effettuato come previsto due volte – fosse crescente e non decrescente la sera di venerdì scorso, il giorno della tragedia. Fosse stato effettuato in prossimità dello schianto, infatti, il test avrebbe quasi certamente dato un esito diverso.

C’è poi un altro elemento legato al testimone. L’uomo, stando a quanto siamo riusciti ad apprendere, non avrebbe del tutto scongiurato l’ipotesi che in qualche modo potesse essere coinvolto un altro mezzo. La donna – seppure non ci sono conferme – pare continui a non ricordare i particolari dell’accaduto. Certo, si tratta di elementi che non cambiano la tragedia vissuta dalla famiglia di Francesco, per cui le comunità di Torre a Mare e Capurso si sono mobilitate con una raccolta fondi, ma è doveroso risalire all’esatta dinamica e alle eventuali specifiche responsabilità.